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Mittente:
Bukowski
Re: VERSIONE PLINIO   stampa
Data:
18/07/2002 3.14.10




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Plinio il Giovane, Lettere, I, 9

Caro Minicio Fundano,
? incredibile come [mirum est quam, idiomatico] il conto [ratio] torni [constat, idiomatico], o sembri tornare, per ogni singolo giorno (trascorso) in citt?, (mentre), a considerarli tutt'insieme [pluribus iunctis, a rigore: pi? (giorni) uniti] (il conto) non torna (pi?). Infatti, se (tu) chiedessi [periodo ipotetico II tipo, possibilit?; cong. pres. (possibilit? nel presente) sia nell'apodosi che nella protasi] a qualcuno: "Che hai fatto oggi?", (quello ti) risponderebbe: "Ho preso parte ad una investitura di toga virile [quella che i giovani indossavano a 17 anni]; ho assistito a dei fidanzamenti o a delle nozze; quello [nel senso di "un tizio"] mi ha pregato di firmare un testamento, quell'(altro) di assisterlo in tribunale, quell'(altro ancora) di presiedere a un consiglio". Queste cose (appaiono) necessarie il giorno in cui le hai fatte; ma le stesse, se pensi che le hai (ri)fatte ogni giorno, appaiono inutili, e in maggior modo una volta che ti sei ritirato a vita appartata [secesseris]. Infatti, ? in simili circostanze [tunc, allora; ovvero, quando appunto ti sei ritirato] che s'insinua [subit] un'(amara) constatazione [recordatio; a rigore: ricordo]: "Quanti giorni ho perduto, e in quali inutili attivit?!".
La qual cosa mi accade da quando, nella mia villa di Laurento, leggo o scrivo qualcosa o anche rivolgo le mie cure al corpo [vacare corpori, idiomatico], dalle cui forze ? sostenuto l'animo. Non odo nulla che mi penta di aver udito, nulla dico che mi penta [impersonale] di aver detto; nessuno, in mia presenza [apud me; ma anche: in casa mia], critica qualcun (altro) con perfidi [sinistis] discorsi, e io stesso non critico alcuno, se non me stesso, quando scrivo in modo un po' sciatto [parum comode]; non sono solleticato da alcuna speranza, (o tormentato) da alcun timore, non son disturbato da alcuno fastidio; discuto soltanto con me stesso e con i (miei amati) libri. O vita sana e genuina, o dolce ozio [nel senso profondo che gli attribuivano i latini], onesto e quasi pi? bello di qualsiasi (altra) occupazione! O mare, o lido, vero e recondito "asilo delle Muse": molte cose rivelate e ispirate!
Suvvia, lascia stare anche tu [Minucio Fundano], appena si sia presentata occasione, tutto codesto [vicino a chi ascolta] strepito, (codesto) insensato affaccendarsi [discursum], (codeste) occupazioni decisamente [multum] inutili, e dedicati agli studi o all'ozio. Difatti, come ha sentenziato il nostro Attilio - (uomo) pieno di dottrina, e paritempo molto arguto - : ? preferibile darsi all'ozio che non far nulla. Vale.

Trad. Bukowski
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