Data:
18/07/2002 4.57.50
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Ebbene s?, caro amico, sono collegate: la "divinatio" [qui "divinatio in (contro) Caecilium"] era appunto il "dibattito preliminare" sostenuto in tribunale per stabilire chi sarebbe stato l'accusatore al processo; ? dunque a tutti gli effetti una procedura processuale, e dunque oratoria, e come tale ? stata premessa alle orazioni del processo vero e proprio. Questo Cecilio era una sorta di "prestanome", se vogliamo dir cos?, o di "uomo di paglia" - foraggiato da Verre - che lo stesso Verre voleva imporre, col sotterfugio, al processo, in qualit? di accusatore, in modo da giocare in casa. Nella "divinatio", Cicerone smaschera e smonta il piano di Verre, "delegittima" Cecilio, e conferma, in modo definitivo, la propria "candidatura" a pubblico ministero (come si direbbe oggi).
Traduzione (che ti confesso non facilissima):
Cicerone, Divinatio in Caecilium, 10-11
E ora, visto che [quoniam] ho esposto [demonstravi] i motivi [lett. rebus] per i quali sono indotto a promuovere (questo) processo (contro) Verre, s'impone di necessit? (di passare a) discutere a riguardo della nostra contenzione [cio?, appunto, tra Cicerone e Cecilio, a chi dovesse ricoprire il ruolo di accusatore], affinch? (voi giudici) abbiate (almeno un) qualche (punto di riferimento) [lett. quid] da poter seguire [lett. che possiate?] nell'assegnazione del ruolo d'accusa [in constituendo accusatore; ecco qui!]. (Ebbene,) ecco come la penso, o giudici: quando qualcuno vien denunciato ["deferre nomen alicui" ? costrutto idiomatico] per concussione, nel caso in cui [lett. si] venga a delinearsi [lett. sit] un conflitto [certamen] fra alcuni (a riguardo della questione di) a chi [cui] venga assegnato, a maggior titolo [potissimum, ? avv.; lett. soprattutto, principalmente], il ruolo di accusatore ["alicui delationem dare" ? idiomatico; come vedi, la traduzione letterale ? giocoforza un po' farraginosa; ma il senso ? chiaro], (io credo) sia opportuno che vengan valutati [spectari] (almeno) questi due (elementi) [lett. cose]: 1) coloro che, a quanto si dice, hanno subito le ingiustizie [nella fattispecie, i Siciliani], chi vogliono, a tutti i costi [maxime], come accusatore? [preferisco esplicitare le interrogative, per scorrevolezza]; 2) e il presunto artefice di quelle ingiustizie [lett. is qui arguatur (? incolpato di?) fecisse eas iniurias; Verre ovviamente], chi vuole, meno che mai [minime], (come accusatore)? Per quanto io ritenga, o giudici, che in questo processo entrambi (i suddetti) elementi siano lapalissiani [perspicuum], tuttavia discorrer? di entrambi, e in primo luogo [prius] di quello che, per voi, deve aver maggior importanza [lett. valere plurimum]: ovvero [hoc est] della volont? di coloro che hanno subito le ingiustizie: (infatti) (? proprio) per loro vantaggio/bene [costruzione causa + genitivo] (che) ? stato istruito (questo) processo per concussione. Verre viene imputato [dicitur] per aver saccheggiato, per tre anni (di seguito), la provincia siciliana, per aver devastato le citt? sicule, per aver fatto il vuoto nelle case [nel senso di averle spogliate di tutto eheheheh], per aver spogliato i luoghi sacri. I Siciliani son tutti (qui) riuniti a sporgere denunce: confidano nella mia buona fede, che hanno di gi? apprezzata e comprovata; attraverso la mia persona [per + acc. mezzo animato] si appellano all'aiuto vostro e delle leggi di Roma; (insomma costoro) hanno scelto [lett. voluerunt] me come difensore delle loro sciagure, come vendicatore delle loro ingiustizie, come loro mandatario legale [cognitorem iuris sui], come avvocato d'accusa di tutto il processo [nota la climax].
Trad. Bukowski
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