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Mittente:
Bukowski
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Re: Verrine I, 13
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Data:
18/07/2002 12.37.18
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E daje, co' 'sto Verre! Ma che ?, un'epidemia? Un Cesare facile facile? :D
Cicerone, Contro Verre, I, 13
Tutti gli scandali e le scelleratezze [lett. tutte le cose? fatte in modo scandaloso e scellerato] perpetrate nell'amministrazione della giustizia [in rebus iudicandis], dopo che il potere giudiziario [iudicia] ? passato - nel giro di un decennio [inter decem annos] - al senato, non solo [non modo] verranno passate in rassegna [commemorabuntur], ma altres? (saranno) illustrate [ho "expositis" al posto del tuo "eitis" (?)] con dovizia di particolari inconfutabili [rebus certis]. Il popolo romano conoscer?, in virt? del mio operato [ex me], il perch? [quid sit, quam ob rem] - all'epoca in cui era l'ordine equestre a detenere l'amministrazione della giustizia [lett. quando? giudicava] - per quasi 50 anni [acc. tempo continuato], e ininterrottamente [lett. continui, agg.], non sia stata avanzato alcun sospetto di corruzione [acceptae pecuniae, lett. di (aver) accettato denaro] giudiziaria [ob rem iudicandam], bench? [ne? quidem; lett. neanche] lievissimo, su alcun giudice di Roma, nell'atto delle sue funzioni [iudicante] e appartenente (appunto) all'ordine equestre [equite]; (il popolo romano conoscer?) perch?, una volta passata l'amministrazione della giustizia nelle mani dell'ordine senatorio - (ovvero) una volta sottratto il potere del popolo di Roma su ciascuno di voi - Q. Calidio abbia affermato, da imputato, che non era possibile, n? legittimo [honeste, lett. in modo onesto], condannare un pretore per meno di 3 milioni [triciens] di sesterzi [Hs, dove H non ? una lettera, ma l'incontro di due barre verticali con una orizzontale, ad indicare 2 assi e 1/2]. (E, ancora, il popolo romano conoscer?) perch?, quando il senatore P. Settimio fu condannato, sotto la magistratura di Q. Ortensio, la pena [lis] di concussione [de pecuniis repetundis] gli sia stata comminata tenendo conto del fatto che [quod] costui aveva ricevuto denaro ("sporco") in un processo; e perch?, nel processo dei senatori C. Erennio e C. Popilio, entrambi condannati per peculato; o di M. Atilio, condannato per lesa maest?, sia risultato ben chiaro [planum] che (anch')essi erano stati corrotti in un processo; (e ancora) perch? siano stati scoperti senatori che - quando C. Verre presiedeva al sorteggio (per l'assegnazione dei giudici) in veste di pretore urbano - furono sorteggiati [exirent] a condannare taluno imputato senza l'istruzione di un regolare processo ["causa incognita", qui nell'accezione tecnico-giuridica]. (E infine) perch? si sia scoperto un senatore che, come giudice, abbia ricevuto, nell'ambito dello stesso processo, del denaro sia dall'imputato, per distribuirlo tra i giudici [relativa finale], sia dall'accusa, allo scopo di condannare l'imputato. E ora, come deplorare [conquerar] in modo adeguato quella bruttura, quella vergogna, quel disastro [nota la climax ascendente] dell'intero ordine (senatoriale)? E' avvenuto [hoc factum esse?] in questa citt?, quando l'ordine senatorio presiedeva all'amministrazione della giustizia [lett. "giudicava"], che [? ut] i responsi [sententiae] di uomini giurati [= sotto giuramento] si contrassegnassero [notarentur signis] con colori diversi? [domanda retorica]. Do la mia parola [polliceor]: tutto ci? sar? da me sviscerato [acturum esse] in modo certosino e rigoroso!
Trad. Bukowski
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• Verrine I, 13 Re: Verrine I, 13
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