Data:
19/07/2002 4.21.32
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I brano: Velleio Patercolo, Storia romana, II, 18 passim
A quel tempo, Mitridate, re del Ponto - uomo tutto d'un pezzo [rendo cos? la pregnanza di "vir"] (che) si dovrebbe passare sotto silenzio o (di cui) si dovrebbe parlare (in entrambi i casi) non senza una certa cautela [preferisco agganciare i "neque" a "sine cura", per scorrevolezza], spietato in battaglia, (ma) di grande valore, una spanna sopra gli altri [rendo cos? "maximus", altrimenti intraducibile, anche se di senso elementare] talvolta per buona sorte, (ma) sempre (per il suo) coraggio, un generale nel(mettere a punto)le strategie [consiliis], ma un (vero) soldato quando si trattava di combattere [manu; intendo questo, i precedenti, e - perch? no? - i seguenti, come ablativi di limitazione], (un vero e proprio) "Annibale" [uso dell' "antonomasia"] per l'odio (che nutriva) contro i Romani - (a quel tempo, dicevo, Mitridate) occup? l'Asia e fece massacrare tutti i cittadini romani (che vivevano) in essa [la difficolt? di questa versioncina ? che scarseggia d'interpunzione. Le pause di fiato, e di pensiero, dobbiamo crearcele noi, con artifici, "sciogliendo" ad esempio gli ablativi assoluti, come in questo caso]. (Cittadini) che (Mitridate) aveva disposto [iusserat] fossero uccisi (tutti) nello stesso giorno e financo alla stessa ora - (ordine divulgato) per mezzo di una lettera, fatta recapitare [redditis] alle (varie) citt?, (lettera in cui) prometteva mari e monti in fatto di ricompense [rendo cos? ingenti cum pollicitatione praemiorum]. In quella circostanza [eo tempore] nessuno [anche qui, preferisco "incorporare" la negazione] fu all'altezza dei Rodiesi, n? per il coraggio [altri ablativi di limitazione] (mostrato) contro Mitridate, n? per la lealt? (mostrata) nei confronti dei Romani - e la perfidia dei Mitileni fece rilucere (per contrasto) (ancor pi?) la lealt? di costoro, (Mitileni) i quali consegnarono, prigionieri [vinctos], a Mitridate, M. Aquilio e altri (uomini), ai quali fu in seguito restituita la libert? da Pompeo unicamente per fare un favore a Teofane. (Ebbene, dicevo,) quando il terribile (Mitridate) sembrava incombere anche sull'Italia, la provincia asiatica tocc? in sorte a Silla.
Trad. Bukowksi
II brano: Velleio Patercolo, Storia romana, II, 19 passim
Mario aveva alle spalle (ben) 6 consolati, e 70 anni d'et?, quando - nudo e ricoperto di limo: si distinguevano [eminentibus, lett. sporgevano] soltanto gli occhi e il naso - fu estratto da un canneto nei pressi della palude di Marica, nella quale si era nascosto per seminare [fugiens, participio congiunto con valore finale] i cavalieri di Silla che gli erano alle calcagna [consectantis]: (da l?,) per ordine di un duumviro, fu traslato al carcere di Minturno, con un cappio intorno al collo. Fu inviato ad ucciderlo un servo pubblico, armato di spada, Germano di nazionalit?, il quale - scherzo del destino [forte, lett. per caso] - era stato fatto prigioniero (proprio) dal condottiero [Mario] durante la guerra contro i Cimbri; (il quale servo), non appena riconobbe Mario, gettata la spada, scapp? dal carcere, esprimendo, con alte imprecazioni [magno eiulatu], la (propria) indignazione per una sorte [casus] (cos? meschina toccata) ad un uomo di tal levatura [tanti viri]. Al che i cittadini, indotti da un nemico ad aver compassione [misereri, da "misereor"; qui nella sua costruzione col gen.] di un uomo fino a poco tempo prima (era stato) un (nobile) capo, gli fornirono [a Mario, ovv.] delle provvigioni per il viaggio e una (nuova) veste, e lo fecero imbarcare. E quello, raggiunto suo figlio nei pressi dell'isola Enaria, fece rotta [cursum] alla volta dell'Africa: sopport? una vita da miserabile [inopem] in un tugurio tra le rovine di Cartagine: (come dire,) osservandosi a vicenda (nella comune disfatta) [lett. mentre Mario osservava? e Cartagine?], Mario e Cartagine potevano ricavarne reciproco conforto [lett. esser di conforto l'uno?].
Trad. Bukowski
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