Data:
21/07/2002 13.48.58
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I brano
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili, II, 2.2.3
Se [lett. quia, poich?; si lega a "quapropter"; nella mia traduzione, ometto tra l'altro quest'ultimo, per scorrevolezza] non hai voluto [noluisti] rendere [fieri], da vincitore [victor] (che sei), la tua vecchiaia - incoronata per due volte con l'alloro [lett. di doppio (gemina) alloro; ti ricordo che "laurus" ? femm.] ed illustrata [ovv, resa illustre] dalle vittorie [tropaeis] (riportate contro) Numidi e Germani [lett. numidiche e?] - pi? leziosa [politiorem; traduco "leziosa" (propr. raffinata) perch? vi intendo una sfumatura negativa; oggi si direbbe: "snob"] con l'eloquio del popolo sconfitto [quello greco; "devictae" richiama, in negativo, il "victor" di cui sopra], non devi esser colpevolizzato [non es damnandus crimine] di rustica intransigenza [rigoris]; a mio parere [credo] (infatti), (ti sei cos? comportato) per non mostrarti [ne existeres], proprio ora che sei in tarda et? [tutto l'inciso parafrasa "serus"], un voltagabbana [transfuga] del patrio costume [ritus], impegnandoti intellettualmente in pratiche che appartengono a popoli stranieri [lett. con l'esercitazione "forestiera" dell'ingegno/intelligenza]. Chi, dunque, spalanc? le porte [lett. sing.] a questa (cattiva) moda [consuetudini; traduco cos? per il persistere della sfumatura negativa], per la quale le orecchie, nel [lett. del] senato, sono assordate da "tormentoni" [actionibus; propr. discorsi; traduco cos? per il persistere della sfumatura negativa] (declamati) in lingua greca? Il retore Molone, suppongo, che affin? [acuit] l'erudizione [studia] di Cicerone; a quanto (mi) risulta [constat], egli, infatti, ? stato il primo forestiero [lett. prima di tutti i popoli stranieri] ad essere ascoltato in senato senza (la mediazione di) un interprete. (In realt?) egli ben merit? un simile onore [lett. "prese"(conquist?) quell'onore in modo non immeritato], dato che aveva impresso la svolta decisiva per lo smagliante futuro dell'eloquenza romana [lett. aveva contribuito alla massima espressione (vim, forza) della?]. Arpino (? dunque) un municipio davvero fortunato [lett. di grande?], volendo sia tener conto [intueri] [lett. II persona, ma il "tu" ? generico, e va reso in modo "impersonale"] del pi? glorioso disprezzatore dell'erudizione [litterarum; ovvero lo stesso Caio Mario] sia della (sua) [dell'erudizione, spec. dell'eloquenza] fonte pi? feconda [ovvero Cicerone; insomma, sia Caio Mario che Cicerone erano nativi di Arpino; quella municipalit?, dunque, poteva ben gloriarsi per due motivi, e personaggi, specularmente opposti, sotto questo riguardo].
Trad. Bukowski
II brano
Velleio Patercolo, Storia romana, I, 3
A quel tempo, la Grecia venne scossa [da "concutio"] da migrazioni [motibus] molto consistenti [maximis]. Gli Achei, cacciati dalla Laconia, occuparono [occupav-ere = -erunt] quelle sedi dove, a tutt'oggi, sono stanziati; i Pelasgi si spostarono ad Atene, e un giovane, valoroso combattente [acer belli; in genere, per?, si trova l'espressione "acer bello", con abl. di limitazione], chiamato Tessalo, Tresprozio di nazionalit?, occup? quella zona con le armi e con un gran s?guito [manu] di (suoi) concittadini; (regione) che, (proprio) dal suo nome, vien chiamata Tessaglia, (mentre) in precedenza era chiamata abitualmente [vocitata] "paese [civitas] dei Mirmidoni". A tal proposito [quo nomine, idiomatico], dovrebbe meravigliare [convenit mirari] (il fatto) che coloro che fissano i termini cronologici [componentes tempora] della guerra di Troia, menzionano [commemorant] tale regione chiamandola [lett. ut, come] Tessaglia. Sebbene lo facciano (anche) altri, lo fanno soprattutto e spesso i (poeti) tragici, ai quali (invece) non dovrebbe essere affatto permesso; (essi, infatti) trattano tutto non come finzione poetica [ex persona poetae], ma sotto (le spoglie) di chi (effettivamente) abbia vissuto quegli anni. Di contro, se qualcuno asserisce che quella gente [lett. eos] vien detta "tessala", (mutuando il nome) da Tessalo, figlio di Ercole, dovr? spiegare ["ei" ? dativo d'agente] perch? quel popolo non abbia mai usato [usurpaverit] tal nome [id nominis] prima di questo secondo [seguentem] Tessalo [secondo, rispetto al "primo" Tessalo, ovvero a quello di cui sopra, "trespozio"]. Poco prima, Alete, un discendente di Ercole per sesta generazione [sextus ab Hercule], figlio di Ippote, fond? Corinto sull'Istmo, (Corinto) prima chiamata Efira, punto strategico [claustra] del Peloponneso. E non ci stupiremo che questa zona sia, da Omero, chiamata Corinto; (Omero,) infatti, nella finzione poetica, chiama sia questa citt? sia alcune colonie della Ionia con quei nomi, coi quali erano chiamate nel suo tempo, (essendo state) fondate molto dopo la presa di Troia.
Trad. Bukowski
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