Data:
28/07/2002 17.17.24
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Sallustio, Discorso di Filippo in Senato, passim
Signori senatori, pi? d'ogni altra cosa io vorrei che la repubblica fosse tranquilla, o che, nei pericoli, fosse difesa da tutti i pi? arditi, e infine, che le colpevoli iniziative ricadessero su quelli che le hanno volute. Purtroppo, invece, tutto ? sconvolto dalle sedizioni, e proprio per opera di coloro che pi? avrebbero dovuto impedirle; infine, ci? che gli uomini peggiori e pi? stolti hanno deciso, deve essere eseguito da quelli onesti e assennati. Ed ecco che bisogna metter mano alla guerra e alle armi, per quanto odiose a noi siano, solo perch? piacciono a L?pido Il, semprech? uno non sia dell'idea che ? meglio starsene in pace e subire la sua guerra. O buoni d?i - che ancora proteggete questa citt? dove se ne ? messa da parte la cura -, Marco Emilio L?pido, l'ultimo degli scellerati, di cui non si saprebbe dire se sia pi? malvagio o pi? vile, ha in sua mano un esercito per soffocare la libert?, e, da disprezzato, si ? reso temibile. E voi, sempre incerti, sempre tentennanti fra chiacchiere e vaticinii, pregate per la pace piuttosto che difenderla, senza rendervi conto che con la fiacchezza delle vostre decisioni togliete dignit? a voi stessi, e timore a lui. Ed ? giusto che sia cos?, visto che con le rapine egli ha ottenuto il consolato, e con la sedizione una provincia e un esercito. Che cosa avrebbe ricavato da benemerenze quell'uomo i cui delitti voi avete compensato con tanti premi?
Trad. Newton
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