Data:
28/07/2002 17.18.00
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Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili, II 2,5-2,6 passim
[5] Alle lodi or ora riferite di Quinto Fabio si prestano quegli ambasciatori dal meraviglioso coraggio, che, inviati a Taranto dal senato per chiedere soddisfazione, per quanto gravemente offesi - tra l'altro uno di loro venne spruzzato di orina -, introdotti secondo l'uso greco in teatro, compirono impassibilmente fino in fondo la loro missione. Per non dire una parola in pi? di quanto dovevano, non protestarono per le offese ricevute, e il rispetto per l'antica tradizione, radicato nel loro animo, non pot? essere strappato dal dolore acutissimo che offese del genere sogliono provocare. Tu, o Taranto, cercasti in ogni modo di porre fine all'opulenza, della quale avevi goduto fino a quel giorno: perch?, mentre insuperbita dallo splendore della presente fortuna guardavi con disprezzo alla base di un rude coraggio che si fondava su s? stesso, cieca e folle finisti per gettarti sulla possente spada del nostro impero. [6] Per passare, ora, dalla corruzione morale originata dalla vita molle e lussuriosa alle rigidissime istituzioni dei nostri avi, un tempo il senato sedeva in permanenza nel luogo ancor oggi detto senaculum: n? aspettava di essere convocato con apposita notificazione, ma, da li chiamato, accorreva immediatamente nella Curia, giudicando cittadino di malsicura reputazione colui che assolvesse i pubblici doveri non spontaneamente, ma per imposizione ricevuta, giacch? qualunque comando ? ritenuto pi? gradito a chi lo d? che a chi lo esegue.
Trad. R. Faranda [fonte: Antologia della letteratura latina, Loescher]
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