Data:
28/07/2002 17.18.33
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Cicerone, I doveri, I, 82-83 passim
82. [Quando la necessit? impone di distruggere o di saccheggiare una citt?, si osservino scrupolosamente due cose: nessun atto temerario, nessuna crudelt?. Nei rivolgimenti politici e sociali, ? stretto dovere dell'uomo magnanimo punire i sobillatori, preservare il popolo; in ogni momento e in ogni evento, rispettare la giustizia e l'onest?]. Come ci sono alcuni (ne ho parlato pi? sopra), i quali alle opere civili antepongono le imprese militari, cos? si trovano molti, a cui le decisioni rischiose e precipitose appaiono pi? splendide e pi? nobili di quelle tranquille e meditate. 83. E' ben vero che noi, col fuggire il pericolo, non dobbiamo mai correre il rischio di passar da imbelli e da codardi; ma ? anche vero che dobbiamo rifuggire dal buttarci allo sbaraglio senza ragione, che ? la cosa pi? dissennata del mondo. Perci?, nell'affrontare i pericoli, dobbiamo seguire il metodo dei medici, che, ai malati leggeri, porgono blandi rimedi, riservando di necessit? alle malattie pi? gravi le cure pericolose e incerte. Nella bonaccia pertanto, invocare la tempesta ? grande follia; ma superare la tempesta in qualunque modo, ? vera saggezza, tanto pi? se il vantaggio di una pronta decisione supera il danno di un'incerta esecuzione! D'altra parte, le pubbliche imprese sono pericolose tanto per coloro che le affrontano, quanto per lo Stato.
Trad. vittorio.todisco@tin.it
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