Data:
28/07/2002 17.22.05
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Plinio Il Giovane, Lettere, III, 2
Caro Vibio Massimo, mi sento in diritto [videor iure] di chiedere [petiturus, participio futuro con valore finale] ora a te ["peto" regge, qui, a/ab + abl. della persona cui si chiede] per i miei (amici) [dat. vantaggio] ci? che io stesso, se avessi a disposizione i (tuoi) stessi mezzi [eadem materia], avrei offerto ai tuoi amici. Arriano Maturo ? il cittadino pi? rappresentativo [princeps, capo] degli Altinati; e definendolo cos? [lett. quando dico "princeps"], non faccio riferimento alle sue ricchezze e averi [facultatibus], che (tra l'altro) ha in abbondanza, bens? alla (sua) moralit?, (al suo) senso di giustizia, (al suo) rigore, (alla sua) saggezza. Io ho come punto di riferimento [lett. "utor", utilizzo; regge l'abl.] il suo consiglio nei pubblici affari [negotiis], la sua capacit? di giudizio negli studi. Infatti, egli ? il non plus ultra in quanto a lealt?, sincerit?, intelligenza. Mi vuole un bene dell'anima - non saprei esprimerlo in modo pi? appassionato (questo suo sentimento) - come me ne vuoi tu. Non ? il tipo che va in cerca di favori [parafrasi per "caret ambitu"], tant'? vero che si ? arrestato [se tenuit] al grado equestre, mentre invece poteva facilmente aspirare ad una carica molto pi? prestigiosa [ascendere altissimum]. Ciononostante, mi sento in dovere di render(gli il dovuto) onore e (la dovuta) considerazione; e cos?, ritengo di assoluta importanza [aestimo magni, gen. - quest'ultimo - appunto di stima] aggiungere qualcosa alla sua posizione sociale [dignitati], per quanto egli non se lo aspetti, non ne sia al corrente e, con buona probabilit?, sia anche contrario [lett. (aggiungere qualcosa alla dignit?) di lui che non se l'aspetta?]; in effetti, aggiungere qualcosa che gli sia d'onore, e (al tempo stesso,) non gli sia di fastidio. La prima occasione che hai di un qualcosa di simile [cio? di un incarico onorevole, ma non "molestum"], ti chiedo il piacere di conferirglielo; sia io che lui [lett. avrai me?] te ne saremo molto obbligati. Sebbene, infatti, egli non aspiri a codeste cose, le accoglie tuttavia con grande gratitudine, come se (in realt?, senza darlo a vedere) egli le desiderasse ardentemente. Vale.
Trad. Bukowski
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