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Mittente:
Bukowski
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Re: la libert? dell'uomo
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Data:
25/08/2002 20.44.37
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Seneca, De beneficiis, III, 20
Chi crede che la schiavit? coinvolga un essere umano nella sua interezza, si sbaglia. La sua parte migliore [Seneca allude, ovviamente, all'anima] ne resta immune: (infatti, mentre) i corpi (degli schiavi) sono esclusivo possesso del padrone [obnoxia sunt et adscripta dominis], l'anima (invece) resta libera [sui iuris], e lo ? ["libera" e "vaga" ribadiscono l'assunto precedente] a tal punto che neanche [ne? quidem] questo carcere in cui ? racchiusa [= il corpo] le impedisce [lett. la costruzione ovv. ? al passivo; da questo carcere?; l'ho resa all'attivo per scorrevolezza] di far uso della propria (naturale) inclinazione [impetu] (alla libert?), di perseguire grandi sogni [agitet ingentia] e di aspirare all'infinito, compagna delle divinit? celesti. Insomma, ? il corpo che la Fortuna ha sottomesso ad un padrone e ad una compravendita [lett. questo (il padrone) compra?]; ma l'anima [illa pars interior] non pu? esser mercanteggiata. Qualunque cosa da essa provenga ? segno della sua libert?; infatti, da una parte noi non possiamo comandare tutto, dall'altra gli schiavi non possono essere costretti ad obbedire a tutto: non rispetteranno ordini (emessi) a svantaggio dello Stato, n? tantomeno commetteranno delitti.
Trad. Bukowski
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• la libert? dell'uomo Re: la libert? dell'uomo
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