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Mittente:
Bukowski
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Re: seneca
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Data:
28/08/2002 8.17.23
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Brano molto bello, che mi tocca molto da vicino. Grazie.
Seneca, Consolazione a Polibio, V
Ti sar? di non poca consolazione anche il riflettere [illud quoque te non minimum adiuverit, si cogitaveris] (sul fatto) che nessuno meno gradisce che tu soffra di colui al quale la tua sofferenza ?, a tutti gli effetti, indirizzata [praestari videtur]: egli, infatti, non desidera che tu ti tormenti o quantomeno lo ignora [traduzione fin qui sibillina, se avulsa dal contesto: Seneca sta semplicemente dicendo che a nulla vale, a Polibio, soffrire per il fratello morto; quello, appunto morto, ignora il suo dolore, e se fosse vivo, non lo accetterebbe, per il bene che gli vuole]. Del resto non ha senso e valore un'azione [itaque ratio est nulla officii eius] dedicata a chi non pu? usufruirne [cui praestatur? supervacuum est], dato che non ne sente gli effetti [lett. si sentit nihil], o a chi risulterebbe spiacevole, se potesse sentirne gli effetti [Seneca "razionalizza" l'assunto precedente]. Sto cercando di dirti [dixerim audacter] che nessuno al mondo prova piacere di queste tue lacrime. E dunque? Credi che tuo fratello nutra contro di te disposizioni [rendo cos? "animum"] (malvagie) che nessuno nutre [costr. tu credis esse eum animum - quem nemo gerit adversus te - fratris tui]? E cio? di farti soffrire della (tua stessa) sofferenza, di volerti distratto dalle tue incombenze, ovvero dal tuo studio e da Cesare [Polibio era liberto e fidato di Claudio, il Cesare (imperatore) in questione]? E' inverosimile. Egli [il defunto], infatti (mentr'era in vita), prov? nei tuoi confronti l'affetto che si deve ad un fratello [tamquam fratri], la venerazione che si deve ad un padre, il rispetto che si deve ad uno pi? grande ed importante; egli (ora ch'? morto) desidera essere ricordato con mesta nostalgia [desiderio], ma non con dolore. E allora, a che cosa giova nel dolore struggersi, (un dolore) che - qualora giungesse fin nell'aldil? [si quis defunctis sensus est] - tuo fratello vorrebbe che cessasse? Fosse un altro fratello [lett. a riguardo di?], la cui disposizione d'animo (mi) fosse sconosciuta, porrei a quanto detto il veto del dubbio e (piuttosto ti) direi: "Se tuo fratello desidera che tu soffra e che le tue lacrime non abbiano mai fine, non ? degno di questo tuo dolore; se non lo vuole, abbandona questo tormento che vi fa del male ad entrambi; un fratello di cattivi sentimenti non merita un simile rimpianto [lett. nec ? debet desiderari sic]; un fratello di buoni sentimenti, invece, non lo desidera". Ma trattandosi di questo (tuo fratello) ["in hoc (fratre)" ? in correlazione col precedente "de alio fratre"] - la cui bont? fu adamantina - una cosa ? certa: che nulla l'avrebbe pi? addolorato che l'essere tu in pena per la sua morte, che il sentirla causa del tuo dolore [trad. legg. libera di " si te ullo modo torquet "; il sogg. ? "casus", morte], che (il vederla) martoriarti e spegnere i tuoi occhi con un pianto senza fine, (occhi) che non meritavano una simile sventura. Null'altro, tuttavia, distoglier? il tuo amore [pietatem] da queste lacrime cos? disperate [tam inutilibus] se non il pensiero [quam si cogitaveris] di dover esser d'esempio ai tuoi fratelli (sopravvissuti), nel sopravvivere con fermezza a questa sciagura. Ora, devi comportarti come si comportano i grandi condottieri nelle situazioni compromesse: ovvero simulano ed ostentano ottimismo [rendo cos?: ut hilaritatem de industria simulent et adversas res adumbrata laetitia abscondant], di modo che gli animi dei soldati non s'abbattano alla vista di un capo demoralizzato: fai buon viso a cattivo gioco, e se ci riesci, esorcizza [lett. proice, getta lontano] del tutto il dolore; altrimenti [si minus, se non (ci riesci)], covalo nell'intimo, tal che non faccia capolino, e fa' in modo che i tuoi fratelli seguano il tuo esempio: essi, infatti, prenderanno per giusto ogni tuo comportamento [quodcumque te facientem viderint] e trarranno fiducia dal tuo sguardo. E, infine, che tu sia loro di conforto e consolazione; diversamente, non riuscirai ad evitare il loro dolore, se ti ostinerai (a consumarti) nel tuo.
Trad. Bukowski
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• seneca Re: seneca
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