Data:
01/09/2002 19.26.29
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Plinio il Giovane, Lettere, IV, 30
C. PLINIUS LICINIO SURAE SUO S. (1) Attuli tibi ex patria mea pro munusculo quaestionem altissima ista eruditione dignissimam. (2) Fons oritur in monte, per saxa decurrit, excipitur cenatiuncula manu facta; ibi paulum retentus in Larium lacum decidit. Huius mira natura: ter in die statis auctibus ac diminutionibus crescit decrescitque. (3) Cernitur id palam et cum summa voluptate deprenditur. Iuxta recumbis et vesceris, atque etiam ex ipso fonte - nam est frigidissimus - potas; interim ille certis dimensisque momentis vel subtrahitur vel assurgit. (4) Anulum seu quid; aliud ponis in sicco, alluitur sensim ac novissime operitur, detegitur rursus paulatimque deseritur. Si diutius observes, utrumque iterum ac tertio videas. (5) Spiritusne aliquis occultior os fontis et fauces modo laxat modo includit, prout illatus occurrit aut decessit expulsus? (6) Quod in ampullis ceterisque generis eiusdem videmus accidere, quibus non hians nec statim patens exitus. Nam illa quoque, quamquam prona atque vergentia, per quasdam obluctantis animae moras crebris quasi singultibus sistunt quod effundunt. (7) An, quae oceano natura, fonti quoque, quaque ille ratione aut impellitur aut resorbetur, hac modicus hic umor vicibus alternis supprimitur egeritur? (8) An ut flumina, quae in mare deferuntur, adversantibus ventis obvioque aestu retorquentur, ita est aliquid quod huius fontis excursum repercutiat? (9) An latentibus venis certa mensura, quae dum colligit quod exhauserat, minor rivus et pigrior; cum collegit, agilior maiorque profertur? (10) An nescio quod libramentum abditum et caecum, quod cum exinanitum est, suscitat et elicit fontem; cum repletum, moratur et strangulat? (11) Scrutare tu causas - potes enim -, quae tantum miraculum efficiunt: mihi abunde est, si satis expressi quod efficitur. Vale.
Plinio ti porge i suoi saluti, caro Licinio Sura. Ti ho portato dalla mia terra d'origine [ex mea patria], a mo' di pensierino [munusculum; piccolo regalo, una sciocchezzuola], una particolarit? scientifica [quaestionem, problema] particolarmente degna di codesta tua profondissima erudizione. Una sorgente scaturisce da un monte, scorre tra i sassi, e sfocia [lett. excipitur, si raccoglie] in una saletta da pranzo [cenantincula] fatta dall'uomo. Dopo una permanenza in questo anfratto [lett. ibi], si riversa nel lago Lario. La natura di questa (fonte) ? ben strana [mira]: tre volte al giorno cresce e decresce, con stabili aumenti [statis] e diminuzioni (d'acqua). Questa sua caratteristica [perifrasi per "id"] si manifesta ad occhio nudo [palam], e si pu? osservare [deprenditur] con divertita curiosit? [cum summa voluptate]. Ti metti a tavola nelle sue vicinanze, mangi e (nel frattempo) ti abbeveri dalla suddetta sorgente, (la cui acqua) ? (sempre) freschissima. (Se) metti un anello o qualche altro oggetto all'asciutto [in sicco], esso viene lentamente [sensim] coperto dall'acqua [alluitur], fino ad esserne sommerso [lett. ? coperto (in modo completo) alla fine (novissime)], per poi riemergerne [detegitur rursus] e ritrovarsi di nuovo all'asciutto [deseritur]. E' forse una qualche corrente d'aria [spiritus] che nelle sue viscere [occultior] fa aprire e chiudere in modo alternato [modo? modo?, ora? ora?] la scaturigine e la foce della sorgente, a seconda [prout] che entra spinta [illatus] (dall'acqua) o fuoriesce spingendo (questa a sua volta)? (Si tratta, a mio parere, dello stesso fenomeno) che osserviamo verificarsi nelle ampolle, o in altri (recipienti) di simile fattura, nei quali l'imboccatura non ? sufficientemente larga o schiusa del tutto. L'acqua che fuoriesce da esse, infatti - sebbene siano inclinate e riverse - si riversa a fiotti [crebris] - come dire [quasi], "a singhiozzi" - come impedita [per quasdam moras] dalla resistenza dell'aria [obluctantis animae]. O forse, la caratteristica di questa fonte ricalca quella del mare [quae oceano natura, fonti quoque]: come quello ? sottoposto al flusso e riflusso, questa - con moto alterno - ora sgorga ora si spegne? O ancora, (ricalca la caratteristica dei) fiumi, che sfociano nel mare, (tale che come quelli) subiscono riflusso [retorquentur] per l'azione contraria (al loro corso) dei venti o della marea [adversantibus ventis obvioque aestu], allo stesso modo c'? qualcosa che fa rifluire [repercutiat] il corso di questa sorgente? O forse (ancora) i suoi condotti sotterranei (hanno) [latentibus venis; la costruzione ? qualla del dat. di possesso col verbo "esse" sottinteso] una certa portata, per la quale, nel mentre che recupera ci? che ha versato, il corso d'acqua ? un rivoletto [minor rivus et pigrior], e dopo averlo raccolto, scorre pi? veloce e abbondante? O forse [nescio an] (infine, esiste una sorta di piccola) diga (naturale) [lett. libramentum, il mettere a livello, qual ? appunto la funzione della diga; ho tradotto per sineddoche], profonda e non individuabile, che, quando si svuota, fa sgorgare la sorgente (per riempirsi nuovamente), e una volta che invece ? piena, glielo impedisce [lett. moratur et strangulat]? Tu che ne sei in grado, cerca di capire [scrutare, imperatico di "scrutor"] le cause che producono questo singolare fenomeno [tantum miraculum]; per me, ? gi? gran cosa l'averti spiegato, in modo esauriente, in che modo esso si verifica. Saluti.
Trad. Bukowski
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