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Mittente:
Bukowski
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Re: Gellio, Notti Attiche III 11, 1-5
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Data:
03/09/2002 17.56.48
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Gellio, Notti attiche, III, 11 passim 1 Super aetate Homeri atque Hesiodi non consentitur. 2 Alii Homerum quam Hesiodum maiorem natu fuisse scripserunt, in quis Philochorus et Xenophanes, alii minorem, in quis L. Accius poeta et Ephorus historiae scriptor. 3 M. autem Varro in primo de imaginibus, uter prior sit natus, parum constare dicit, sed non esse dubium, quin aliquo tempore eodem vixerint, idque ex epigrammate ostendi, quod in tripode scriptum est, qui in monte Helicone ab Hesiodo positus traditur. 4 Accius autem in primo didascalico levibus admodum argumentis utitur, per quae ostendi putat Hesiodum natu priorem: 5 "quod Homerus," inquit "cum in principio carminis Achillem esse filium Pelei diceret, quis esset Peleus, non addidit; quam rem procul" inquit "dubio dixisset, nisi ab Hesiodo iam dictum videret. De Cyclope itidem," inquit "vel maxime quod unoculus fuit, rem tam insignem non praeterisset, nisi aeque prioris Hesiodi carminibus involgatum esset."
Sull'et? (esatta in cui vissero rispettivamente) Omero ed Esiodo non c'? accordo (tra gli studiosi). Alcuni - tra cui Filocoro e Xenofane - hanno scritto che Esiodo fu posteriore ad Omero [lett. che Omero fosse "pi? grande d'et?" rispetto ad Esiodo]; altri - tra i quali il poeta L. Accio e lo storico Eforo - (invece hanno scritto) il contrario [lett. (che fosse) "pi? piccolo"?]. Inoltre, M. Varrone - nel primo (libro della sua opera) sui "Ritratti" afferma che non ? certo [parum costare] quale dei due [utor] sia nato prima, ma che (comunque) non c'? dubbio (sul fatto) che per un certo periodo si trovarono ad essere contemporanei [lett. vissero un certo stesso tempo; l'espressione latina ? stringata, ma il senso vuol essere che, per alcuni stessi anni, entrambi si trovarono in vita, chi evidentemente molto vecchio, e che sarebbe morto, chi ancora giovane, e che avrebbe continuato a vivere], la qual cosa sarebbe provata [ostendi] da un'iscrizione [ex epigrammate] incisa su un tripode, che - a quanto si dice - fu collocato da Esiodo sul monte Elicona. Accio, poi, utilizza argomenti non probanti [levibus admodum, di poco conto, futili] nel primo (libro della sua opera) "Didascalica", attraverso i quali (argomenti) ritiene di dimostrare che (Omero) fosse posteriore ad Esiodo [traduco con lo stesso escamotage utilizzato all'inizio], dicendo che "quando Omero, all'inizio del poema [carminis], afferma che Achille ? figlio di Peleo, non specifica chi fosse Peleo. La qual cosa, senza dubbio, (egli invece) avrebbe specificata se Esiodo non l'avesse gi? fatto prima". E continua: "Lo stesso per quanto riguarda (l'episodio del) Ciclope: egli [Omero] non avrebbe trascurato (di dire) un particolare [rem] cos? importante - quale quello che (Polifemo) era dotato di un solo occhio - se, parimenti [cio?, secondo lo stesso filo logico usato nell'argomentazione precedente] (questo particolare) non fosse gi? stato reso noto dalle opere Esiodo, che evidentemente lo precedette [e dunque, gli fu anteriore; lett. del precedente Esiodo]".
Trad. Bukowski
Saluti
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• Gellio, Notti Attiche III 11, 1-5 Re: Gellio, Notti Attiche III 11, 1-5
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