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Bukowski
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Data:
07/09/2002 16.43.04
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Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili, 3.2.ext.5 con qualche rimaneggiamento/modifica
Epaminonda - umiliate [cum? contudisset] l'antica gloria e il valore [virtutem] fino a quel tempo invincibile [invictam] di Sparta con le vittorie [secundis proeliis] di Leuttra e di Mantinea - trafitto da un'asta [suppongo "hasta"], dissanguato e in fin di vita [deficiens spiritu], chiese a coloro che cercavano [conantes] di rianimarlo se, innanzitutto, il suo scudo fosse salvo, quindi se il nemico fosse stato annientato del tutto [fusi penitus; lett. ovv. al pl.]. Avutone conferma [quae postquam comperit], disse: "Soldati, (qui) non si segna la fine della mia vita, bens? un inizio (per me) migliore e pi? felice; infatti, il vostro Epaminonda nasce ora, perch? cos? muore. Vedo Tebe - sotto la mia guida [ductu] e i miei auspici - esser diventata la citt? pi? importante [caput] della Grecia; la Grecia ? stata liberata da un'amara dominazione". Diede ordine, quindi, che l'asta fosse (gli) estratta dal corpo, e spir?, con in viso la stessa espressione [eo vultu] che (avrebbe avuto) entrando, sano e salvo, nelle mura della (propria) patria, se gli dei immortali gli avessero lasciato [passi essent] (la possibilit?) di godere pienamente [perfrui] delle sue vittorie.
Trad. Bukowski
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