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Mittente:
Bukowski
Re: versioni(livio/velleio)   stampa
Data:
12/09/2002 0.39.31




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I brano: Livio, Storia di Roma, XXVIII, 2 passim

2. Era distante circa tre miglia e ancora nessuno dei nemici si era accorto di nulla poich? era coperto da anfratti dirupati e da alture folte di boschi; l?, in una valletta incassata e dunque ben nascosta, ordin? che si fermassero i soldati e che assumessero del cibo. E nel frattempo giunsero alcuni esploratori che confermarono le parole dei disertori. Allora i Romani, ammucchiati i bagagli in mezzo alla valletta, prendono le armi e avanzano per combattere gi? regolarmente schierati. Erano distanti un miglio quando furono scorti dal nemico che immediatamente prese ad agitarsi; anche Magone, alle prime grida e al primo tumulto, si rec? sul posto a gran galoppo. Nell'esercito dei Celtiberi vi erano 4mila uomini armati di scudo e 200 cavalieri.

Trad. G. D. Mazzocato [Newton]




II brano: Velleio Patercolo, Storia romana, I, 12

In seguito, l'intera Acaia - gran parte della quale, come abbiamo accennato, era stata umiliata [fracta erat - frango] dal valore e dalle armi dello stesso Metello "il Macedonico" [soprannome che aveva per aver appunto sconfitto i Macedoni] - venne spinta alla guerra [instincta in bellum], istigata alle armi soprattutto dai Corinzi [rendo cos? Corinthiis? instigantibus; lett. di valore attivo], (i quali ricorsero) anche a gravi offese nei confronti di Roma. La conduzione del conflitto fu affidata al console L. Mummio [lett. L. Mummio fu designato a condurre?].
Contemporaneamente [et sub idem tempus], il Senato vot? la distruzione di Cartagine, pi? perch? i Romani avevano in conto [credere] ogni cosa si dicesse sui Cartaginesi, che non perch? c'erano notizie fondate (sul loro conto) [lett. quia credenda adferebantur; i Romani, come dire, erano "prevenuti", e argomentarono la guerra col pregiudizio, e non fondandosi su informazioni plausibili].
E cos?, in quella stessa occasione, P. Scipione Emiliano - personaggio eccezionale [rendo cos? "vir"], che, (come) dicemmo, era nato da Paolo [= era suo figlio] ma era stato adottato da Scipione, figlio (a sua volta) dell'Africano; (uomo) [sempre in riferimento all'Emiliano] che eguagliava le virt? [lett. simillimus virtutibus omnibus] del nonno P. Africano e del padre L Paolo; (uomo, ancora) che, per tutte le sue doti di soldato e di cittadino [togae], di ingegno e di cultura, (si segnalava come) il pi? insigne del suo tempo; (uomo, infine) che, nel corso della (sua) vita, nulla fece, disse o pens? che non fosse degno di lode [nisi laudandum] - fu fatto console, mentre (invece) aspirava [petens] alla carica edile. Costui riprese con maggior forza la guerra contro Cartagine, inaugurata due anni prima dai consoli precedenti - mentre, in precedenza, egli [Emiliano] aveva meritato [donatus esset] la "corona murale" [riconoscimento tributato a chi, per primo, durante un assedio avesse scalato le mura della citt? assediata] in Spagna e quella "obsidionale" [tributata al comandante che avesse liberato una citt? dall'assedio] in Africa; (sempre) in Spagna, poi, aveva ucciso in un duello [ex provocatione] un nemico di grande stazza, lui che (invece) un mingherlino [modicus virium]. (Ebbene, costui) distrusse fino alle fondamenta quella citt? [= Cartagine] - invisa al popolo [nomini] romano pi? per l'invidia della sua potenza che per (effettive) colpe di cui quella si fosse macchiata in quel tempo [noxiae quam ullius eius temporis] - e fece testimone del proprio valore ci? che, in precedenza, era stato (testimone) della clemenza di suo nonno [questo "testimone" ? appunto Cartagine; risparmiata in precedenza, aveva potuto saggiare la clemenza di Roma; distrutta ora, ne saggia la potenza]. Cartagine venne annientata dopo 672 anni dalla sua fondazione [lett. dopo essere esistita, "durata"?], or sono [abhinc] 173 anni, sotto il consolato di Cn. Cornelio Lentulo e L. Mummio.
Questa fine conobbe Cartagine, (citt?) che aveva preteso di eguagliare la potenza di Roma [aemula imperii Romani], (citt?) contro la quale i nostri antenati cominciarono a Combattere sotto il consolato di Claudio e Fulvio, 292 anni prima che tu, M. Vinicio, diventassi console. Insomma, tra i due [lett. tra quei, ovvero quello romano e cartaginese, appunto] popoli, per un periodo di 120 anni, intercorsero o la guerra, o la preparazione alla guerra, o una pace traballante [infida]. Pur avendo conquistato l'intero globo terrestre [iam terrarum orbi superato], Roma non avrebbe (mai) sperato di essere al sicuro, fino a che fosse sopravvissuta traccia della minaccia di Cartagine [rendo a senso "si nomen usquam stantis manere Carthagini"]. Fino a questo punto l'odio nato in guerra sopravvive alla paura, e non cessa (d'esser provato) neanche [ne? quidem] contro gli sconfitti: ci? che viene (profondamente) odiato finisce di essere tale solo quando viene (completamente) annientato.

Trad. Bukowski
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