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Mittente:
Bukowski
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Re: Versione Valerio Massimo
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Data:
12/09/2002 19.12.51
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Eheheheh, hai perfettamente ragione.
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili, Vi 3 passim
L. Domizio: all'epoca in cui governava la Sicilia in qualit? di pretore, essendogli stato condotto innanzi [allatus esset ad eum; allatus - ad(/f)fero] un cinghiale di stazza smisurata, ordin? che fosse fatto giungere alla sua presenza il pastore che l'aveva ucciso [lett. dalla cui mano (l'animale)?]: dopo avergli chiesto in che modo ["qui", avverbio interrogativo, in questo caso "indiretto"] avesse ucciso la bestia, venuto a sapere che (quello aveva) utilizzato [usum - utor] uno spiedo da caccia, lo fece condannare alla crocifissione [lett. lo crocifisse], dato che era stato lui stesso [Domizio] ad aver promulgato un editto contro il porto d'armi [lett. aveva stabilito per legge che nessuno avesse armi (telum)], allo scopo di scongiurare [ad + gerundivo finale] le attivit? di rapina [latrocinia] che infestavano la provincia [lett. la costruz. ? al passivo]. [Altro episodio di "inflessibilit?"]. Gli Spartani disposero che le opere di Archiloco fossero bandite dalla loro citt?, poich? [quod] ritenevano la loro lettura [lectionem eorum] poco edificante [lego cos? l'endiadi: "parum uerecundam ac pudicam"]: ovvero, non tollerarono che gli animi dei loro figli ne fossero influenzati [imbui], affinch? (quella lettura) non nuocesse ai costumi, pi? che giovare all'ingegno [l'originale e la resa sono un po' ermetici: il senso ? che, pur apprezzandone la levatura intellettuale, gli Spartani decisero di bandire le suddette opere per motivi di "pubblico pudore"]. Per farla breve [itaque, e cos?], bandirono l'autore di (quei) versi - il poeta in assoluto pi? grande, o comunque molto vicino ad esserlo [poeta massimo o quantomeno molto vicino al pi? grande; ovvero secondo, ma di poco, ad un altro poeta ritenuto tale] - perch? aveva offeso, con alterchi osceni, una famiglia [domum; ovvero "un casato"] a lui invisa. [Altro episodio]. Gli Ateniesi condannarono a morte [adfecerunt supplicio capitali] Timagora - (il quale) durante una cerimonia di benvenuto [inter officium salutationis] s'era fatto incontro al re Dario in atto di servile riverenza [perifrasi per "adulatum" (adulor, regge accusativo; adulari aliquem, prostrarsi dinanzi a qualcuno (in atto di servile riverenza, specifica IL)], secondo il costume di quel popolo - non/mal tollerando [ferentes grauiter] che il decoro dell'intera, loro citt? [totius urbis suae] (fosse stato) calpestato [summissum, sottomesso al] dinanzi al dispotismo persiano, a causa del servile gesto [humilibus blanditiis] di un singolo cittadino ["unius" ? in certo modo in correlazione con "totius"].
Trad. Bukowski
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