Data:
13/09/2002 17.11.14
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Complimenti. Brano non facile.
Cicerone, Contro Verre, I 16
Ma, in questo momento, l'opinione pubblica [rendo cos? "homines", gli uomini; ? ovvio che tutti i verbi che seguono, lett. al pl., saranno resi - in virt? di questo espediente - al sing.] ? guardinga [sunt in speculis]: valuta il nostro operato [lett. osserva il modo in cui ci comportiamo]: se esso sia probo [lett. nel rispetto della probit?, del dovere] e conforme alle leggi. (La pubblica opinione) ? consapevole [vident] che, finora, dopo la legge sui tribuni, ? stato condannato un solo senatore, e per giunta di poco conto [tenuissimum]. Sebbene (la pubblica opinione) non giudichi sfavorevolmente questo fatto, tuttavia non trova spunto per lodi eccessive [tamen non habent quod laudent magno opere]: infatti, non c'? merito ad essere onesti, laddove non c'? nessuno in grado, o che tenti, di corrompere. Questo (che stiamo intraprendendo) ? il processo nel quale voi giudicherete l'imputato [reo], (e allo stesso tempo) il popolo di Roma giudicher? voi. Col caso di quest'imputato [lett. in quest'uomo] si stabilir? se ? possibile, o meno, con una giuria composta di senatori, condannare un uomo (ch'? allo stesso tempo) tanto colpevole quanto facoltoso [ovvero, il caso di Verre fornir? - come dire - un "precedente": un processo, presieduto da una giuria di senatori, sapr? essere equanime, quando si tratter? di giudicare uno molto ricco: ovvero, si riuscir? ad evitare la corruzione processuale?]. Per giunta, l'imputato (qui presente) ? un uomo "senza qualit?" [reus est eius modi, in quo homine nihil sit], fatta eccezione per le sue gravissime colpe e la sua ingente fortuna; tal che, qualora assolto, null'altro sospetto, se non quello pi? infamante [ovvero, di corruzione, appunto], pu? stare in piedi [residere]. Le sue colpe, tanto numerose e gravi [tot tantaque] (in tal caso) sembreranno esser state condonate n? in virt? di relazioni d'amicizia [gratia], di parentela [cognatione], di "precedenti" [aliis factis] onesti [recte, lett. avv.], o infine in virt? di qualche inezia [non denique aliquo mediocri vitio]. E allora, o giudici, questa sar? la mia condotta processuale [lett. cos? terr? la causa]: addurr? [proferam; lett. congiuntivo] prove di tal genere, cos? note, cos? testimoniate, cos? evidenti [magnas], che nessuno si sogner? di pretendere da voi che assolviate costui per relazioni d'amicizia [per gratiam]. Inoltre, seguo una procedura [viam atque rationem] collaudata [certam], tale da riuscire, con essa, a carpire e prevenire tutti i loro tentativi]. Insomma, tratter? la cosa in modo tale che non solo le orecchie degli astanti [lett. degli uomini], ma anche gli occhi del popolo romano (tutto) si caleranno, giocoforza [videantur interesse], nei loro sotterfugi [l'originale, e la traduzione, risultano un po' contorti: ma il senso ? semplice: Cicerone far? in modo che le manovre della parte avversa riusciranno palesi a tutti]. (A vostra volta,) voi (giudici) avete la possibilit? di cancellare del tutto ["delere ac tollere", l'endiadi ? rafforzativa] la vergogna e l'infamia protratta da questa classe (senatoriale) [dat. d'agente] gi? da un bel po' di anni [per aliquot annos]. Tutti concordano [constat inter omni(/e)s] sul fatto che, dopo l'istruzione processuale [post haec constituta iudicia] di cui disponiamo ora, nessuna giuria ebbe prestigio e dignit? quanto questa [lett. c'? (mai) stata di tale? e tale?]. Se questo (processo) andr? ad arenarsi [rendo cos?: " hic si quid erit offensum "], l'opinione pubblica [omnes homines] sar? dell'avviso che bisogner? trascegliere [quaerendum] giudici pi? idonei [magis idoneos ad iudicandas res] non gi? dallo stesso ordine senatorio - cosa impossibile - ma da tutt'altro ordine (sociale).
Trad. Bukowski
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