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Bukowski
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Re: Brano da Pro Rabirio di Cicerone
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Data:
14/09/2002 19.01.58
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Cicerone, In difesa di Postumo, XV passim
O giudici, se proprio volete conoscere la verit?, (sappiate) che se la generosit? di C. Cesare - impeccabile [summa] nei confronti di chiunque - non fosse stata incredibile nei confronti di costui, non avremmo il qui presente [hunc] Postumo gi? da un pezzo [iam pridem] messo alla berlina [in foro; Cicerone la mette sul politico: ascrive l'accusa rivolta a Postumo quale pretesto degli avversari per colpire, in realt?, il suo protettore: Cesare]. Cesare [ille] (infatti) si ? accollato, da solo [unus], tutto il peso [onera] (prima sostenuto) dai [lett. dei] molti amici di costui; e quelle responsabilit?, che in circostanze fortunate [rebus secundis] gli amici stretti [homines necessari] di Postumo si addossarono divise, ora - in occasione di questo rovescio politico [adflictis fortunis] patito dall'imputato [eius] - Cesare le sopporta tutte insieme ["discripta" ed "universa" sono, in un certo senso, in correlazione]. Davanti ai vostri occhi [videtis], giudici, c'? il fantasma di un cavaliere romano che sopravvive grazie all'aiuto ed alla lealt? di un unico amico; nulla rimane a costui se non questa parvenza della (sua) passata dignit?, che Cesare - lui solo - protegge e sostiene. La qual cosa - soprattutto perch? verificatasi in circostante cos? avverse - gli [a Cesare] dovrebbe esser ascritta a grande merito; ? testimonianza, infatti, di grande lealt? e valore [lett. non per mediocre valore pu? verificarsi che?] il fatto che un uomo cos? importante [come Cesare] abbia cos? grande considerazione [ducat tanti; genitivo di stima] di costui [Postumo] - per quanto questi sia in disgrazia e lontano [cio? non personalmente presente a Cesare in quel momento: Cesare era impegnato altrove] - e che, nel pieno della sua gloria, volga - cosa ammirevole [magnum] - uno sguardo all'altrui condizione; (tenendo inoltre conto del fatto che) non sarebbe strano se costui [Cesare] - impegnato com'? nelle imprese che sta conducendo, (per non parlare) di quelle gi? portate a compimento - trascurasse il mondo intero [oblivisci aliorum] e - qualora glielo si facesse presente [si meminerit] - potrebbe facilmente scusare tale dimenticanza [adducendo, appunto, la sua frenetica attivit? politica e militare]. Conosco molto bene le innumerevoli, rinomate, incredibili virt? di Cesare, (virt?) del resto "alla ribalta" [propositae theatris maioribus], per cos? dire [quasi], e praticamente sulla bocca di tutti [paene populares]: (saper) individuare un luogo adatto per l'accampamento; (saper) disporre l'esercito in battaglia; (riuscire a) espugnare citt? (su citt?); (essere in grado di) sbaragliare l'esercito nemico; (riuscire a ) sopportare il rigore [vim] dei freddi inverni [l'endiadi si lega], (rigore) che noi cittadini [nos huius urbis] a mala pena riusciremmo a tollerare al riparo delle nostre dimore [tectis]; (riuscire) a stare alle calcagna del nemico [persequi hostem] anche nei giorni in cui [per il freddo o le condizioni avverse] le (stesse) fiere cercano rifugio nelle tane e ogni conflitto, secondo prassi consolidata [iure gentium], viene interrotto. Sono, queste, grandi qualit?; chi lo mette in dubbio? Ma sono altres? ripagate con grandi conquiste e con la gloria eterna. Chi compie qualcosa in vista dell'immortalit? dev'esser degno d'ammirazione, ma fino ad un certo punto [perch?, appunto, "pungolato" dal desiderio della gloria; ovvero, le sue azioni hanno uno scopo ben definito, eteronomo; ci? che Cicerone sottintende ? che, invece, il comportamento "amicale" di Cesare nei confronti dello sfortunato Postumo - soprattutto ora che quello versa in grande sfortuna - non ha secondi fini, non mira certo alla gloria, ma avviene secondo il lodevolissimo senso della vera amicizia. O, almeno, a Cicerone cos? pare, o cos? vuol farci credere ;)]
Trad. Bukowski
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• Brano da Pro Rabirio di Cicerone Re: Brano da Pro Rabirio di Cicerone
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