Data:
24/09/2002 21.14.32
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Pomponio Mela, Geografia, II, passim
Ac primo quidem quae sit forma totius, quae maximae partes, quo singulae modo sint atque habitentur expediam, deinde rursus oras omnium et litora ut intra extraque sunt, atque ut ea subit ac circumluit pelagus, additis quae in natura regionum incolarumque memoranda sunt. Id quo facilius sciri possit atque accipi, paulo altius summa repetetur. [...] (Italia) ab Alpibus incipit in altum excedere, atque ut procedit se media perpetuo iugo Appennini montis adtollens, inter Hadriaticum et Tuscum sive, ut aliter eadem adpellantur, inter Superum mare et Inferum excurrit diu solida. Verum ubi longe abiit, in duo corna finditur, respicitque altero Siculum pelagus, altero Ionium: tota angusta et alicubi multo quam unde coepit angustior. Interiora eius aliae aliaeque gentes, sinistram partem Carni, et Veneti colunt Togatam Galliam; tum Italici populi Picentes, Frentani, Dauni, Apuli, Calabri, Sallentini. Ad dextram sunt sub Alpibus Ligures, sub Appennino Etruria; post Latium, Volsci, Campania et super Lucaniam Bruttii. Urbium quae procul a mari habitantur opulentissimae sunt ad sinistram Patavium Antenoris, Mutina et Bononia, Romanorum coloniae, ad dextram Capua a Tuscis, et Roma quondam pastoribus condita, nunc si pro materia dicatur alterum opus.
Ora, in primo luogo, esporr? [expediam] quale sia la forma dell'intero [totius] (mondo), quali siano le (sue) zone pi? estese, in che modo (peculiare) ciascuna (zona) [singulae] si configuri e sia abitata; di seguito, di tutte (quelle zone mostrer?) le coste, e come i lidi formino insenature [intra extraque sunt; lett. sono/vanno all'interno ed all'esterno], e come il mare si insinui e le bagni tutte attorno, aggiungendovi (infine) tutte le notazioni [lett. quae, cose] degne di menzione a riguardo della natura dei luoghi e degli abitanti. Affinch? [quo; si usa generalmente con comparativi; in questo caso "facilius"] il tutto [id, esso, ci? appena detto] possa esser appreso ed assimilato pi? facilmente, lo ribadir? un po' pi? sotto per sommi capi. L'Italia comincia ad esser montuosa [lett. "excedere in altum", slanciarsi?] a partire dalle Alpi, e man mano che si scende [ut procedit, si avanza] (lungo la penisola), si eleva, nel mezzo, nella ininterrotta dorsale appenninica, che si stende [excurrit] solida per un lungo tratto [diu] tra l'Adriatico e il Tirreno, ovvero - come altri chiamano questi stessi (due mari) - tra il Mare Superiore e il Mare Inferiore. Ma, nel punto pi? a sud [lett. dove si spinge (pi?) lontana], si scinde in due tronconi: con l'uno punta [lett. guarda] verso il mare di Sicilia, con l'altro verso il mare Ionico. (In questa zona, la catena) ?, nell'insieme, angusta, e in qualche tratto [alicubi] molto pi? angusta che al suo inizio [unde coepit]. Molto varie sono le popolazioni che abitano le sue regioni pi? interne: i Carni popolano il versante sinistro, i Veneti la Gallia Togata [ovvero, Cisalpina, abitata dai Romani "togati", vestiti di toga; Romani, insomma, a tutti gli effetti]; seguono quindi i popoli italici: i Piceni, i Frentani, i Dauni, gli Apuli, i Calabri, i Salentini. Sul versante destro, invece (risultano stanziati) i Liguri - sotto le Alpi - e gli etruschi - sotto gli Appennini. Dopo il Lazio, (seguono) i Volsci, i Campani e - sopra la Lucania - i Bruzzii. (Inoltre) delle citt? site lontano dal mare, le pi? ricche e popolate sono - sul versante sinistro - Padova, fondata da Antenore, Modena e Bologna, colonie romane; sul versante destro: Capua, fondata dagli Etruschi, e Roma, (la quale) - fondata tempo fa [quondam] da pastori - ora, a volerne descrivere (bellezza e potenza ci vorrebbe) un'opera a parte.
Trad. Bukowski
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