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Bukowski
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30/09/2002 15.20.58




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Cortesemente, te la rendo.

Cicerone, Tusculane, V, 9 passim

[21] Quae [autem] l i b i d i n i subiecta sunt, ea sic definiuntur, ut ira sit libido poeniendi eius qui videatur laesisse iniuria, excandescentia autem sit ira nascens et modo existens, quae "thymosis" Graece dicitur, odium ira inveterata, inimicitia ira ulciscendi tempus observans, discordia ira acerbior intimo animo et corde concepta, indigentia libido inexplebilis, desiderium libido eius, qui nondum adsit, videndi. Distinguunt illud etiam, ut libido sit earum rerum, quae dicuntur, de quodam aut quibusdam, quae kathgorh/mata dialectici appellant, ut habere divitias, capere honores, indigentia rerum ipsarum sit, ut honorum, ut pecuniae.
[22] Omnium autem perturbationum fontem esse dicunt intemperantiam, quae est [a] tota mente a recta ratione defectio, sic aversa a praescriptione rationis, ut nullo modo adpetitiones animi nec regi nec contineri queant. Quem ad modum igitur temperantia sedat adpetitiones et efficit, ut eae rectae rationi pareant, conservatque considerata iudicia mentis, sic huic inimica intemperantia omnem animi statum infiammat conturbat incitat, itaque et aegritudines et metus et reliquae perturbationes omnes gignuntur ex ea.

Quelle (passioni) [invece] che rientrano nella sfera del desiderio, seguono le seguenti definizioni [lett. cos? sono?]:

- l'ira ? il desiderio di punire colui il quale appare aver recato oltraggio [laesisse - laedo] con un atto sconveniente [iniuria];
- l'irascibilit? [excandescentia] ?, invece, il principio d'ira [lett. ira nascente che appena (modo) si manifesta] - in greco "thymosis";
- l'odio ? un'ira ben radicata [inveterata];
- l'inimicizia ? (specificamente quell'aspetto dell') ira che attende l'occasione (opportuna) per colpire nella vendetta [per? vendetta = ulciscendi];
- la discordia ? (invece) un'ira pi? aspra, covata nella zona pi? recondita [intimo] dello spirito e del cuore;
- l'insaziabilit? (?) un desiderio inappagabile;
- la smania [desiderium] ? (infine) il desiderio di vedere una persona che ancora non c'?.

I (filosofi) distinguono inoltre tra "libido" - ovvero, (propriamente) il "desiderio" di quelle cose che si predicano [dicuntur] di una o pi? (realt?), le "categorie" dei dialettici (per intenderci) [lett. che i dialettici chiamano?], come ad esempio [ut] (desiderio di) possedere ricchezze (e/o) di ricoprire posti di potere [honores] - e "indigentia" [insaziabilit?] (ovvero desiderio) delle cose in s? [ipsarum], come ad esempio gli onori e il denaro [insomma, la distinzione sottile ? quella che segue, nello specifico, la distinzione aristotelica tra categoria e sostanza: il desiderio di aspirare ad uno "stato", ad un "modo", ad una "relazione"? da un parte; il desiderio di aspirare alla "sostanza" delle cose, dall'altra].

(I filosofi) affermano, inoltre, che il motivo scatenante [fontem, la causa] di tutte le passioni ? l'intemperanza, ovvero una "deflessione" completa dello spirito rispetto ad una giusta condotta razionale, (vale a dire) una condotta talmente opposta [aversa] ai dettami della ragione, da pregiudicare [nec? queant], in modo assoluto, (la possibilit? di) governare o "addomesticare" gli appetiti dell'anima [lett. la costruzione ? al passivo]. Ne consegue [igitur, dunque] che come [quem ad modum] la temperanza frena gli appetiti (dell'anima) - facendo in modo ch'essi [efficit, ut?] si pieghino alla retta ragione - e preserva la correttezza di giudizio [considerata iudicia mentis], cos? l'intemperanza - ch'? il suo antonimo [contrario] - infiamma turba istiga [asindeto] lo spirito nella sua interezza [omnem statum animi], tal che le afflizioni (dell'animo), le paure e tutte le altre passioni hanno (proprio) in essa la propria scaturigine [lett. nascono?].

Trad. Bukowski
  traduzione
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