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Mittente:
Bukowski
Re: seneca   stampa
Data:
30/09/2002 19.41.58




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Seneca, La brevit? della vita, I, 1

I. 1 Maior pars mortalium, Pauline, de naturae malignitate conqueritur, quod in exiguum aeui gignimur, quod haec tam uelociter, tam rapide dati nobis temporis spatia decurrant, adeo ut exceptis admodum paucis ceteros in ipso uitae apparatu uita destituat. Nec huic publico, ut opinantur, malo turba tantum et imprudens uulgus ingemuit; clarorum quoque uirorum hic affectus querellas euocauit. 2 Inde illa maximi medicorum exclamatio est: "uitam breuem esse, longam artem". Inde Aristotelis cum rerum natura exigentis minime conueniens sapienti uiro lis: "aetatis illam animalibus tantum indulsisse, ut quina aut dena saecula educerent, homini in tam multa ac magna genito tanto citeriorem terminum stare." 3 Non exiguum temporis habemus, sed multum perdidimus. Satis longa uita et in maximarum rerum consummationem large data est, si tota bene collocaretur; sed ubi per luxum ac neglegentiam diffluit, ubi nulli bonae rei impenditur, ultima demum necessitate cogente, quam ire non intelleximus transisse sentimus. 4 Ita est: non accipimus breuem uitam sed fecimus, nec inopes eius sed prodigi sumus. Sicut amplae et regiae opes, ubi ad malum dominum peruenerunt, momento dissipantur, at quamuis modicae, si bono custodi traditae sunt, usu crescunt: ita aetas nostra bene disponenti multum patet.

I. La maggior parte dei mortali, o Paolino, si lagna per la cattiveria della natura, perch? siamo messi al mondo per un esiguo periodo di tempo, perch? questi periodi di tempo a noi concessi trascorrono cos? velocemente, cos? in fretta che, tranne pochissimi, la vita abbandoni gli altri nello stesso sorgere della vita. N? di tale calamit?, comune a tutti, come credono, si lament? solo la folla e il dissennato popolino; questo stato d?animo suscit? le lamentele anche di personaggi famosi. Da qui deriva la famosa esclamazione del pi? illustre dei medici, che la vita ? breve, l?arte lunga; di qui la contesa, poco decorosa per un saggio, dell?esigente Aristotele con la natura delle cose, perch? essa ? stata tanto benevola nei confronti degli animali, che possono vivere cinque o dieci generazioni, ed invece ha concesso un tempo tanto pi? breve all?uomo, nato a tante e cos? grandi cose. Noi non disponiamo di poco tempo, ma ne abbiamo perduto molto. La vita ? lunga abbastanza e ci ? stata data con larghezza per la realizzazione delle pi? grandi imprese, se fosse impiegata tutta con diligenza; ma quando essa trascorre nello spreco e nell?indifferenza, quando non viene spesa per nulla di buono, spinti alla fine dall?estrema necessit?, ci accorgiamo che essa ? passata e non ci siamo accorti del suo trascorrere. ? cos?: non riceviamo una vita breve, ma l?abbiamo resa noi, e non siamo poveri di essa, ma prodighi. Come sontuose e regali ricchezze, quando siano giunte ad un cattivo padrone, vengono dissipate in un attimo, ma, bench? modeste, se vengono affidate ad un buon custode, si incrementano con l?investimento, cos? la nostra vita molto si estende per chi sa bene gestirla.

Trad. Aiace 47, supertutor www.discipulus.it
  seneca
      Re: seneca
 

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