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Mittente:
Bukowski
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Re: In verrem II, 47-48
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Data:
02/10/2002 17.31.32
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Cicerone, Contro Verre, II, 47-48 passim
Sono convinto che [non dubito quin] - sebbene tu sia privo [nullus? nulla? in te fuit] di qualunque umana dignit? [sensus humanitatis; ma "humanitas", consentimi, ? intraducibile] e di qualsivoglia rispetto del sacro [ratio religionis] - ora, che sei impaurito e perduto, pur ti tornano in mente le tue nefandezze. Potrebbe forse palesartisi una bench? minima speranza di salvezza, al ricordo [cum recordaris] di quanto tu sia stato empio, scellerato e sacrilego a riguardo degli d?i immortali? Tu hai osato addirittura defraudare Apollo Delio? Tu, su quel tempio tanto antico, sacro e venerato, hai allungato [conatus es] le (tue) mani empie e sacrileghe? Se (? vero) che da piccolo non eri stato educato in quelle arti e discipline tali da imparare a conoscere [disceres atque cognosceres] ci? che si trova scritto nei libri [ea, quae mandata sunt litteris], (ebbene) neanche [ne? quidem] in seguito, quando giungesti in quei luoghi suddetti [ipsa], sei stato in grado [potuisti] di apprendere ci? che ? stato tramandato oralmente [memoria] e per iscritto, ovvero che Latona - dopo lunga, fuggitiva peregrinazione, gravida e in procinto di partorire [temporibus exactis ad pariendum] - si rifugi? (proprio) a Delo e l? (appunto) partor? Apollo e Diana? A motivo di tale leggenda [ex qua opinione hominum], quell'isola ? ritenuta sacra a quegli d?i [Apollo e Diana, appunto], e la sacralit? di tal culto [auctoritas religionis] ? ed ? sempre stata tale che neanche i Persiani - pur avendo dichiarato guerra all'intera Grecia, (ovvero sia ai suoi) uomini (che ai suoi) d?i, e pur essendo approdati a Delo con una flotta di mille navi - non s'azzardavano a violare o sfiorare alcunch?. E tu, improbo e stolto che non sei altro, osavi defraudare questo tempio? Vi ? (mai) stata una bramosia cos? grande [tanta] da oscurare un sentimento di devozione cos? alto? E se tu a quel tempo non ci tenevi [non cogitabas, non facevi caso, non pensavi] a queste cose, neanche ora, al ricordo, (pensi) al fatto che non c'? punizione tanto grande, a tutt'oggi [iam diu], commisurabile [lett. che non si debba a te per?] alle tue azioni sacrileghe e nefaste?
Trad. Bukowski
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• In verrem II, 47-48 Re: In verrem II, 47-48
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