Data:
03/10/2002 18.39.52
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Scusa il ritardo, ma la questione ? la medesima :). Ti ho approntato questa traduzione che, per mia profonda ignoranza della tecnica suggerita da Frontino, ho reso talune parti in modo letterale, altre giocando a senso. Ti prometto, e mi riprometto, di fare ricerche in proposito, e di comunicarti l'esatta rispondenza in italiano. Per ora, accontentati di questa; spero, poi, che la tua non sia una situazione di urgenza. Saluti.
Il fondamento dell'agrimensura ? nella pratica della misurazione. Infatti, la vera qualit? dei terreni, nonch? la loro esatta estensione [intendo cos?: "veritas locorum aut modi"] non pu? essere quantificata [exprimi] senza ricorrere a espedienti geometrici [lett. lineis rationabilibus (calcolabili, misurabili)], dato che generalmente la linea che circoscrive [extremitas cluditur finitione] i terreni si presenta segmentata [flexuosa, tortuosa, contorta] e di ineguale misura, tal che, per via delle molteplici frastagliature perimetrali [multitudinem angulorum dissimilium], pu?, pur mantenendo la stessa lunghezza [manentibus numeris suis], essere pi? o meno estesa [se la memoria non mi inganna, la retta ? la linea pi? breve tra due punti fissi; ogni altro tipo di "percorso" che leghi i due punti risulter? maggiore; dunque una linea tortuosa coprirebbe, in linea d'aria, una lunghezza minore di un'equivalente retta]. I terreni, infatti, presentano un'estensione molto relativa [mobilem], non facilmente computabile in iugeri. Ma per definire un perimetro adeguato [riassumo cos? a senso: "sed ut omnibus extremitatibus species sua constet et intra clusi modus enuntietur"], misureremo il terreno - fin dove la caratteristica del luogo ce lo consente - ricorrendo a linee rette, approssimando cos? la tortuosit? [obliquitatem] del percorso perimetrale, con un'opportuna misurazione angolare, facendo corrispondere l'estensione, cos? riadattata con espedienti geometrici, a quello che sar? il definito spazio "precenturiato". Insomma, "squadriamo" l'estensione [proximam quamque extremitat<iu>m obliquitatem per omnes angulos facta normatione conplectimur]. Di poi, calcoliamo [adaeramus] l'area compresa entro queste linee "fittizie" servendoci dell'ipotenusa, e in questo modo, rintracciati gli effettivi confini, ne ricaviamo la reale portata del fondo.
Trad. Bukowski
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