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Mittente:
Bukowski
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Re: De otio III
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Data:
14/10/2002 4.56.20
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Seneca, L'ozio, 3 passim
L'uno cerca di sua iniziativa la vita ritirata, l'altro vi ? spinto da una causa (necessitante). Ebbene, questa "causa" pu? manifestarsi sotto molti aspetti [lett. quella/tale causa si estende per largo campo (late), ovvero l'accezione, come dire, ? estremamente flessibile]: (ad esempio) [segue una breve casistica] se l'assetto statale ? irrimediabilmente corrotto [corruptior est quam tu possit adiuvari (essere?)] e bivacco di cattivi propositi, il saggio non s'impegner? invano n? metter? in gioco se stesso, dato che non ne caver? alcun risultato; (parimenti) se (il saggio) avr? troppo poca autorevolezza o prestanza, e la politica [res publica, qui intesa come attivit? politica, appunto] non mostrer? intenzione di accoglierlo, ovvero se una salute (cagionevole) [a senso] glielo impedir?, come non metterebbe in mare una nave che cade a pezzi [quassam], o non s'arruolerebbe ["dare nomen in militiam" ? espressione idiomatica] essendo inabile (alle armi), allo stesso modo non s'avventurer? per una strada che sapr? impraticabile. Pertanto, l'individuo che ? ancora immune [lett. al quale tutte le cose?] (alle lusinghe, alle problematiche ed alle grane della politica) [e dunque, il saggio, appunto], prima ancora di impattare contro alcuna tempesta, ha la possibilit? di tenersi al sicuro [non impegnandosi nell'attivit? politica, appunto], di dedicarsi sin da subito [lett. direttamente] alle attivit? filosofiche [bonis artis] e di vivere una vita ritirata e senza compromessi [inlibatum], a servizio della virt? [lett. ovv. pl.], che pu? essere coltivata anche da coloro che vivono nella pi? riservata inattivit? politica [perifrasi per "quietissimis"]. Da un uomo s'esige soprattutto che giovi agli (altri) uomini; se possibile, a molti, se no, a pochi; o quantomeno al prossimo, o almeno a se stesso. Infatti, quando si prodiga [efficit utilem] per gli altri, (non di meno egli) svolge un'attivit? "politica" [mi piace intendere in senso ampio, in quanto volge comunque al bene della polis]. Come colui che scade nella perdizione [lett. facit deteriorem] non nuoce soltanto a se stesso, ma anche a tutti coloro cui - (nell'eventualit? si fosse) reso (invece) migliore - avrebbe potuto giovare, cos? chiunque si educhi al bene, gi? solo per questo giova agli altri, (ovvero appunto) perch? si prepara ad agire a vantaggio dell'uomo [lett. ? di vantaggio a loro].
Trad. Bukowski
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• De otio III Re: De otio III
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