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Mittente:
Bukowski
Re: CICERONE x 2   stampa
Data:
08/11/2002 8.18.59




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I brano:

Cicerone, Pro Murena, 2

Stando cos? le cose, o giudici, ed essendo voi detentori, o quantomeno partecipi, del potere degli d?i immortali nella sua interezza [lett. cum potestas omnis deorum immortalium aut translata sit ad vos aut communicata vobiscum certe (con valore restrittivo: quantomeno)], lo stesso (console in carica) - che prima (lo) affid? agli d?i immortali - (ora) affida alla vostra probit? il console (designato), di modo che il console - designato e difeso per bocca della stesso uomo - possa proteggere (in seguito) il benessere di Roma insieme con la integrit? vostra e di tutta la cittadinanza (romana).

Trad. Bukowski



II brano:

Questa traduzione presuppone che tu conosca la storia del "contenzioso" tra Demostene ed Eschine. Ti consiglio di visionare qui:

http://www.bccmp.com/maros/terza_grec...

nella fattispecie: Relazione n? 7
Alunno: Leonardo Marroni
Argomento: Il processo sulla corona tra Demostene ed Eschine


Cicerone, De optimo genere oratorum, parte finale.

Il processo [causa], in s? [ipsa], si discosta alquanto dalla procedura giudiziaria in uso qui da noi [consuetudinis nostrae; "formula" vale appunto "procedura"]: ciononostante, ? di rilievo. Si fonda, infatti, [lett. ha] su un'interpretazione del diritto abbastanza sottile su entrambi i fronti [quello d'accusa e di difesa] e verte su un contenzioso, piuttosto grave, di benemerenze nei riguardi dello Stato.
La causa fu impugnata da Eschine - accusato da Demostene di delitto capitale [capitis] per aver corrotto [ementitus esset] l'ambasceria [l'orazione di Demostene s'intitolava appunto "Sulla corrotta ambasceria"] - al fine di denigrare [ut? fieret iudicium de?] l'operato [factis] e il buon nome [fama] di Demostene attraverso Ctesifonte [nomine, col nome di, col pretesto di?; "Contro Ctesifonte" ? appunto il titolo dell'orazione di Eschine], per vendicarsi del nemico. In realt?, Eschine non si sofferm? tanto [non dixit multa] sul fatto che (Demostene) non avesse dato conto (del proprio operato amministrativo), quanto sul fatto che un cittadino (a tutti gli effetti, secondo le prove addotte) disonesto fosse invece onorato come integerrimo.
Eschine commin? l'imputazione [multam] a Ctesifonte quattro anni prima della morte di Filippo il Macedone; ma il processo si svolse solo alcuni anni dopo che Alessandro gi? dominava sui territori asiatici; a quanto si racconta, ad prender parte a quel processo convenne l'intera Grecia. Che cosa c'?, infatti, di tanto appetibile da vedere e sentire quanto un processo capitale [in gravissima] imbastito da eccellenti oratori che si svolge, per giunta, sulla linea di un contenzioso rinfocolato da rivalit? politiche?
Ora, qualora io riesca a rendere [expressero, fut. ant. - legge dell'anteriorit?], come spero, le orazioni di quei due [quorum; tieni conto che questo piccolo scritto di Cicerone era propedeutico alle sue traduzioni delle due orazioni greche, traduzioni andate perdute] serbandone l'originaria efficacia [lett. utilizzando tutte le capacit??] - vale a dire, i concetti, i giochi stilistici [figuris], l'esposizione dei fatti [ordine rerum] in modo che [ita (expressero)? ut] il tutto [ea] si adatti [lett. non abhorreant, non si discosti da?] alla nostra pratica (giudiziaria ed oratoria) - certo, anche se la traduzione dal greco non sar? letterale [lett. quae si omnia conversa non erunt e Graecis], m'impegno tuttavia a riprodurle il pi? fedelmente possibile [lett. elaboravimus ut sint generis eiusdem, di facile senso] - (ebbene, qualora io riesca a fare quanto detto, ci?) costituir? un canone verso il quale s'indirizzeranno le orazioni di coloro che desiderino esprimersi secondo lo stile attico. Ma ho gi? parlato abbastanza di questo mio lavoro. Passiamo piuttosto ad ascoltare Eschine parlare latino [e qui, appunto, doveva inserirsi la traduzione di Cicerone dell'orazione di Eschine; il senso ?: ascoltiamo Eschine tradotto in latino].

Trad. Bukowski
  CICERONE x 2
      Re: CICERONE x 2
 

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