Data:
29/11/2002 4.18.10
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Si racconta che, un tempo, la Sicilia fosse (fisicamente) attaccata all'Italia per mezzo di stretti lembi di terra [lett. faucibus, passi] e che venne staccata, per cos? dire, dalla "massa continentale" [lett. dalla massa maggiore] a causa della (terribile) forza d'urto [impetu] dell'Adriatico [maris superi; il "mare superiore" ?, appunto, l'Adriatico], che - con tutto il peso delle (sue) onde - si getta fin l?. In effetti, l'agitazione [pugna] delle onde ? tale che le si potrebbe vedere [videas, potenziale da rendere in impersonale] talora sprofondare in voragine, talora elevarsi fino al cielo [in sublime]. In un attimo, da una parte, si potrebbe udire il ribollire dell'onda che sale; l'attimo dopo, da un'altra parte, il rigurgito dell'onda che sprofonda. Del resto, (la Sicilia) ? una terra di per s? [ipsa] instabile e fragile, attraversata [penetrabilis] da tutta una rete di caverne e canali, al punto da [ita? ut] essere esposta - praticamente in ogni suo anfratto [tota] - alle raffiche dei venti; inoltre, la sua stessa composizione naturale [materia naturalis soli ipsius] ha origine da e d? origine a fenomeni legati al fuoco. Lo strato interno di zolfo commisto a bitume fa s? che vengano emessi - attraverso molte fessure della terra - ora fiamme, ora vapore, ora fumo. N? ? riprova il fatto che l'attivit? [lett. l'incendio] del vulcano Etna duri da tanti secoli. Laddove un vento pi? forte si ? spinto attraverso le cavit? del suolo, vengono emesse (intere) masse di sabbia (infuocata) [= lava].
Trad. Bukowski
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