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Mittente:
bukowski
Re: Seneca   stampa
Data:
06/01/2003 14.52.51




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Beh, mica tanto diverse, poi?


Ci si imponga pacatezza e si riscatti, senza lagnarsi [sine querella], il tributo alla nostra mortalit? [lett. ? cosa opportuna che la serenit? (aequitas)? e pagare?]. Non ci si deve stupire di ci? che la natura ha disposto, (ovvero, di ci?) cui siamo destinati dalla nascita; insomma, nessuno deve lagnarsi di cose che sono uguali per tutti gli esseri umani [mortalibus]. (Se) l'inverno porter? [lett. fut. ant.; legge anteriorit? dei futuri] il freddo, ci sar? da gelarsi. (Se) l'estate porta il caldo, c'? da soffocare.
Le intemperie del cielo attentano alla nostra salute: tanto vale [lett. bisogna] rassegnarsi a star male! Ah, volesse il cielo potessimo mutare questo stato di cose! In realt?, possiamo solo farci coraggio e obbedire alla natura [lett. fare ci?? e segue dichiarativa; meccanismo che in italiano, per?, ? meglio non rendere]. La natura, infatti, regola coi cambiamenti il suo regno: al nuvolo succede il sereno; il giorno segue la notte. Chi oserebbe negare [cong. potenziale; il verbo servile ? fraseologico] che a tale legge si deve uniformare il nostro spirito? Dunque, seguiamo questa legge, a questa legge obbediamo [pareamus], senza azzardarci a rimproverare la natura [sono esortativi]!
Oserei dire [cong. potenziale; il verbo servile ? fraseologico] che ? un cattivo soldato chi segue il comandante e si lamenta [gemens]. Accogliamo [esortativo, come il seguente] perci? gli ordini della natura senza pigrizia [impigri] e prontamente [alacres], e non abbandoniamo questo corso di divina provvidenza.

Trad. Bukowski
  Seneca
      Re: Seneca
 

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