Data:
05/03/2003 14.05.33
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Alessandro, dopo aver fatto cos? queste cose, chiama gli amici ad un banchetto, dove, essendo nato tra gli ubriachi il ricordo delle imprese compiute da Filippo, egli stesso inizi? ad anteporsi al padre e a vantare fino al cielo la grandezza delle proprie imprese, con l?assenso della maggior parte dei convitati.. E cos? quando uno dei vecchi, Clito, con fiducia dell'amicizia del re, di cui teneva la palma, difendeva il ricordo di Filippo e ne lodava le imprese, a tal punto offese il re, che, presa una lancia da una guardia, questi lo uccise durante il banchetto. Contento per tale uccisione, rinfacciava al morto la difesa di Filippo e la lode del valor militare paterno. Dopo che il suo animo, saziato dall?uccisione, si fu placato, e al posto dell?ira sopravvenne la stima, sia considerando la persona dell?ucciso, sia il motivo dell?assassinio, inizi? a pentirsi dell?accaduto; dal momento che egli aveva accolto la paterne lodi tanto irosamente che non avrebbe dovuto neppure (proferire) minacce, e si doleva per il vecchio amico e innocente da lui ammazzato durante il banchetto e i brindisi. Dunque volle morire rivolto verso la penitenza con il medesimo furore di prima verso l?ira. Dapprima in lacrime andando ad abbracciare il defunto, a toccare le ferite, a confessare la propria follia a chi ascoltava, e rivolse verso di s? un dardo afferrato e avrebbe compiuto il crimine, se non fossero intervenuti gli amici. Persistette questa volont? di morire anche nei giorni seguenti. Infatti al rimorso per la propria nutrice e per la sorella si era aggiunto il ricordo di Clito, della cui mancanza egli si vergognava massimamente: a quello era stata data una ricompensa cos? crudele dei suoi insegnamenti, che, a costui nelle mani del quale egli aveva trascorso la fanciullezza, lui giovane e vittorioso aveva reso funerali a fronte dei benefici ricevuti. Pensava quindi, a quanto aveva fatto la paura e l?odio di s? nel suo esercito, quanto tra i popoli debellati di miti e di invidia, quanto presso gli altri amici, come amaro e triste aveva reso il suo banchetto, pi? crudele nel banchetto che armato in battaglia. Allora gli vennero in mente Parmenione e Filota, il cugino Aminta, la matrigna ed i fratelli uccisi, Attalo, Euriloco, Pausania e gli altri principi di Macedonia morti. Per questo motivo ebbe un?inedia continua per quattro giorni, finch? fu implorato dalle preghiere dell?intero esercito, che lo scongiurava di non dolersi della morte di uno solo, cos? da perdere tutti gli altri.
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