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bukowski
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Data:
12/03/2003 20.54.22
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Pi? accuratezza nella digitazione del testo, pls
Gellio, Notti attiche, XII, 5 passim, con modifiche
Mentre il filosofo Tauro era in viaggio alla volta di Delfi - ed io ero [pl. maest?] suo compagno (di cammino) - per assistere [ad visendum] ai giochi Pitici, occasione d'incontro [conventum] praticamente dell'intera Grecia, arrivati che fummo - durante il tragitto - a Lebania [suppongo "Lebadiam"], antica citt? della Beozia, ivi giunge [nota il passaggio al pres. narrativo; non sarebbe errato tradurlo col passato] notizia a Tauro che un certo suo amico, un eminente filosofo stoico, era a letto in grave stato di salute [suppongo "oppressum" valetudine aegra]. Al che, interrotto il viaggio e lasciate le carrozze, (Tauro) prende premura [pergit propere; ancora pres. narrativo] d'andargli a far visita, ed io [ancora pl. maest?], come mio solito [suppongo "de more"], gli tenni dietro [secuti "sumus"]. Giunti che fummo nell'abitazione dove si trovava l'ammalato, vedemmo un uomo contorcersi [?; sicuro/a sia "allabi"?] in preda a dolorose sofferenze e a febbre: i respiri affannosi [anhelitus] che esalavano dal suo petto testimoniavano [suppongo "indicantes"] (tuttavia) non (tanto) la sofferenza [dolorem], quanto piuttosto la lotta contro la sofferenza. Mentre, in seguito, tornavamo alle carrozze, Tauro disse: "Avete assistito ad uno spettacolo di certo non lieto, e tuttavia utile a conoscersi: un filosofo e la sofferenza che si scontrano tra loro! La natura virulenta [leghiamo l'endiadi] della malattia faceva strazio [faciebat cruciatum] delle membra [suppongo "membrorum"] (del filosofo); eppure, la natura razionale [leghiamo l'endiadi] dell'animo reprimeva e conteneva in s? le asprezze dell'insopportabile dolore: (egli) [il filosofo] non emetteva alcun lamento, alcun gemito di piet?, e neanche [ne? quidem] una [suppongo "ullas"] parola disdicevole!".
Trad. Bukowski
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