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Mittente:
bukowski
Re: Ancora versioni   stampa
Data:
28/03/2003 15.28.17




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La prima ? gi? in forum:

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II

Cicerone, Lettere a Quinto, I, 1 passim

Fu precisamente [ille quidam] Platone, sommo filosofo [princeps ingeni et doctrinae], a ritenere che lo Stato sarebbe stato alfine felice, allorquando o i filosofi ne avessero avuto il governo [il ?coepissent? possiamo ritenerlo pleonastico] o, viceversa, i reggitori si fossero impegnati [collocarent omne suum studium] negli studi filosofici.
Egli, insomma [videlicet], ritenne che tale connubio di potere e sapere potesse giovare alla stabilit? ed al benessere degli Stati [doppio dativo].

Trad. Bukowski


III

De Legibus, III, 31-32 passim

Non ? tanto dannoso il fatto che i cittadini pi? eminenti [principes; i ?capi?; ma il termine ha connotazione, oltre che politica, soprattutto morale] abbiano difetti e commettano mancanze [sciolgo cos? ?peccare?] ? sebbene (gi?) ci? di per s? sia un male, e grave ? quanto il fatto che questi personaggi si tirano dietro numerosi proseliti [lett. compaiono, spuntano, moltissimi imitatori dei principi]. E infatti, si pu? (agevolmente) constatare ? volendo [lett. se tu volessi] riandare col pensiero al passato ? come la natura di ogni citt? abbia sempre rispecchiato la natura dei suoi cittadini pi? eminenti [lett. di qualunque genere siano stati i principali cittadini, la citt? fu come loro (talem)]; e che qualunque rivolgimento di costumi si sia verificato in questi personaggi, esso s?? puntualmente riflesso nel popolo.
La qual cosa ? molto [haud paulo = non poco] pi? vera di quanto (non) ammetta il nostro (caro) Platone. Costui afferma che gli assetti cittadini [status (acc. pl.) civitatum] mutano [mutari, medio passivo] in relazione al mutare delle melodie dei musici [questa espressione apparentemente astrusa si spiega con la grande importanza che Platone, nella Repubblica, annetteva alla musica ed alla poesia (quest?ultima per? molto criticata) quali processi formativi del cittadino]. Io, di contro, ritengo che i costumi cittadini mutino in relazione al mutare dello stile di vita dei (cittadini) nobili.
Cittadini eminenti, ma corrotti, sono una vera sciagura per la citt? [l?espressione ?bene/male merere de aliquo? ? idiomatica; comportarsi bene/male nei confronti di qualcuno], perch? non solo essi contraggono vizi, ma ne contagiano anche la citt? [lett. ma li infondono (anche) alla citt?], e non solo rappresentano un danno [obsunt] in quanto essi stessi sono corrotti, ma anche perch? (essi stessi) sono veicolo di questa corruzione [lett. ma anche perch? corrompono], e danneggiano pi? per il (cattivo) esempio (che offrono al popolo) che (non) per lo (stesso) peccato (di cui si macchiano).

Trad. Bukowski
  Ancora versioni
      Re: Ancora versioni
 

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