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Mittente:
bukowski
Re: ...senechino!!   stampa
Data:
14/04/2003 14.56.58




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Seneca, Vita beata, XX, passim

1. 'Non praestant philosophi quae loquuntur.' Multum tamen praestant quod loquuntur, quod honesta mente concipiunt. Vtinam quidem et paria dictis agerent: quid esset illis beatius? Interim non est quod contemnas bona uerba et bonis cogitationibus plena praecordia: studiorum salutarium etiam citra effectum laudanda tractatio est. 2. Quid mirum, si non escendunt in altum ardua adgressi? Sed si uir es, suspice, etiam si decidunt, magna conantis. Generosa res est respicientem non ad suas sed ad naturae suae uires conari alta temptare et mente maiora concipere quam quae etiam ingenti animo adornatis effici possunt. 3. Qui sibi hoc proposuit: 'ego mortem eodem uultu quo audiam uidebo. Ego laboribus, quanticumque illi erunt, parebo, animo fulciens corpus. Ego diuitias et praesentis et absentis aeque contemnam, nec si aliubi iacebunt tristior, nec si circa me fulgebunt animosior. Ego fortunam nec uenientem sentiam nec recedentem. Ego terras omnis tamquam meas uidebo, meas tamquam omnium. Ego sic uiuam quasi sciam aliis esse me natum et naturae rerum hoc nomine gratias agam:

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"I filosofi non fanno quello che dicono." E invece fanno gi? molto a dire quello che dicono e che pensano onestamente. Se poi il comportamento fosse all'altezza delle parole, chi sarebbe pi? felice di loro? Intanto non sono da disprezzare le parole buone e l'animo colmo di buone intenzioni. Coltivare benefiche inclinazioni ? coniunque lodevole al di l? del risultato. Niente di strano se non arriva in cima chi ha tentato una scalata difficile. Se sei un uomo guarda con rispetto a chi si cimenta in grandi prove, anche se fallisce. Un animo nobile, senza contare sulle proprie forze, ma su quelle che la sua natura gli pu? fornire, cerca di mirare in alto e di concepire progetti irrealizzabili per chi non abbia un animo davvero grande. Chi si ? proposto questo: "guarder? in faccia la morte con lo stesso stato d'animo che ho quando ne sento parlare, sopporter? qualsiasi fatica con forza d'animo, disprezzer? le ricchezze, ci siano o non ci siano e non sar? pi? triste o pi? superbo a seconda che brillino intorno a me o altrove. Tratter? con indifferenza la sorte favorevole e quella avversa. Guarder? tutte le terre come se fossero mie, le mie come se fossero di tutti. Vivr? nella convinzione di essere nato per gli altri e ringrazier? la natura per questo: come avrebbe potuto agire meglio nel mio interesse?

Fonte: www.latinovivo.com


Seneca, Vita breve, V

V. 1 M. Cicero inter Catilinas, Clodios iactatus Pompeiosque et Crassos, partim manifestos inimicos, partim dubios amicos, dum fluctuatur cum re publica et illam pessum euntem tenet, nouissime abductus, nec secundis rebus quietus nec aduersarum patiens, quotiens illum ipsum consulatum suum non sine causa sed sine fine laudatum detestatur! 2 Quam flebiles uoces exprimit in quadam ad Atticum epistula iam uicto patre Pompeio, adhuc filio in Hispania fracta arma refouente! "Quid agam", inquit, "hic, quaeris? Moror in Tusculano meo semiliber." Alia deinceps adicit, quibus et priorem aetatem complorat et de praesenti queritur et de futura desperat. 3 Semiliberum se dixit Cicero: at me hercules numquam sapiens in tam humile nomen procedet, numquam semiliber erit, integrae semper libertatis et solidae, solutus et sui iuris et altior ceteris. Quid enim supra eum potest esse qui supra fortunam est?

V. Marco Cicerone, sballottato tra i Catilina e i Clodii e poi tra i Pompei e i Crassi, quelli avversari manifesti, questi amici dubbi, mentre fluttuava assieme allo Stato e lo sorreggeva mentre andava a fondo, alla fine sopraffatto, non calmo nella buona sorte e incapace di sopportare quella cattiva, quante volte impreca contro quel suo stesso consolato, lodato non senza ragione ma senza fine! Che dolenti parole esprime in una lettera ad Attico, dopo aver vinto Pompeo padre, mentre in Spagna il figlio rimetteva in sesto le armate scompaginate! "Mi domandi" dice "cosa faccio qui? Me ne sto mezzo libero nel mio podere di Tuscolo". Poi aggiunge altre parole, con le quali rimpiange il tempo passato, si lamenta del presente e dispera del futuro. Cicerone si defin? semilibero: ma perdiana giammai un saggio si spinger? in un aggettivo cos? mortificante, giammai sar? mezzo libero, sar? sempre in possesso di una libert? totale e assoluta, svincolato dal proprio potere e pi? in alto di tutti. Cosa infatti pu? esserci sopra uno che ? al di sopra della fortuna?

Trad. Aiace1947
  ...senechino!!
      Re: ...senechino!!
 

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