Data:
14/04/2003 19.02.56
rispondi
al msg
nuovo
msg
cerca nel forum
torna
all'indice |
A quel tempo, scoppi? una terribile [lett. magna] pestilenza, che fu una vera sciagura per gli Ateniesi [costr. doppio dativo; ?Atheniensibus? ? di svantaggio]. Dall?Egitto [lett. partita, o meglio: portata (allata ? adfero)?; evidentemente, per via di mercanti e gente di passaggio; pensa alla ?polmonite atipica? di oggi], (la pestilenza) si diffuse nel porto del Pireo e s?abbatt? contro la numerosa popolazione che s?era ammassata entro le mura di Atene. In breve tempo, la malattia contagi? cittadini di ogni ordine (sociale), e non risparmi? [pepercit ? parco] i ricchi pi? che i poveri, o i giovani pi? che i vecchi [ovvero, colp? tutti indiscriminatamente]. In realt?, non tutti (ne) morivano; ciononostante, (praticamente) tutti erano affetti dal male. Le vie ed i portici, nei quali giacevano ? ammassati al suolo ? moltissimi cadaveri, offrivano uno spettacolo (davvero) orribile. E n? le preghiere o gli atti di devozione, n? la medicina arrecavano un qualche sollievo ai dolori, tal che tutti erano dell?opinione che qualsiasi rimedio [varia remedia] fosse inutile. Poich? lo spettro [imago] della morte aleggiava [adesset, era presente] ovunque, coloro che ancora non erano stati contagiati [tacti contagione] dalla malattia, null?altro preferivano che godersi, in fretta e furia, tutti i piaceri della vita [? una caratteristica comune, quest?edonismo sfrenato in occasione di gravi calamit?, in special modo pestilenziali; pensa al Decamerone boccaccesco]. Frattanto, Pericle ? che in quel frangente devastava i lidi dell?Argolide con la flotta ? fu costretto a tornare ad Atene, (proprio) a causa di tale calamit?.
Trad. Bukowski
|