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Mittente:
bukowski
Re: velleio e cicerone   stampa
Data:
03/09/2003 4.34.35




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Velleio, Storia romana, I, 4

IV. Frattanto, mentre in Italia accadeva tutto questo, Aristonico, che dopo la morte del re Attalo - dal quale l'Asia era stata lasciata in eredit? al popolo romano, come in seguito lo fu la Bitinia da Nicomede - aveva occupato con la forza quella regione attribuendosi origine regale, vinto da Perpenna ma condotto nel trionfo da M'. Aquilio, pag? con la vita la colpa di avere ucciso all'inizio della guerra Crasso Muciano, valentissimo giureconsulto, mentre lasciava la provincia di cui era stato proconsole. Dopo tanti rovesci subiti a Numanzia, P. Scipione Africano Erniliano fu creato console per la seconda volta e, inviato in Spagna, fu pari al valore e alla fortuna dimostrati in Africa: cinse con opere d'assedio Numanzia e un anno e tre mesi dopo che era col? giunto la distrusse radendola al suolo. Prima di lui nessuno, di nessun popolo, tramand? perenne il ricordo del suo nome grazie alla distruzione di pi? famose citt?; con la distruzione di Cartagine e di Numanzia in realt? ci liber? dalla paura della prima e ci vendic? degli affronti della seconda. Questo medesimo Scipione, richiesto dal tribuno Carbone che cosa pensasse dell'uccisione di Tiberio Gracco, rispose che se aveva avuto l'intenzione di asservire la repubblica era stato ucciso a buon diritto. E poich? l'assemblea aveva levato grida di ostilit?, disse: ?Come potrei io, che tante volte non mi sono spaventato alle grida dei nemici in armi, lasciarmi turbare dalle vostre, di voi per i quali l'Italia ? matrigna??.
Tornato poco dopo a Roma, centosessanta anni or sono, quando erano consoli Manio Aquilio e Caio Sempronio, egli, dopo due consolati, due trionfi e la distruzione di due citt? che avevano atterrito la nostra repubblica, una mattina fu trovato morto nel suo letto: sul collo furono trovati segni di strangolamento. Sulla morte di s? illustre cittadino non si fecero inchieste; il corpo di colui per opera del quale Roma aveva alzato la testa al di sopra del mondo intero fu portato al sepolcro con la testa coperta da un velo. O che sia morto di morte naturale, come hanno tramandato i pi?, o di morte procurata a tradimento, come hanno tramandato alcuni, visse certamente una vita che fino a quell'epoca non era stata superata in splendore da nessun altro, se non dal nonno. Mor? all'et? di cinquantasei anni; se qualcuno avr? dei dubbi su questo, pensi al suo primo consolato, al quale fu eletto quando aveva trentotto anni, cos? smetter? di dubitare.

Trad. R. Nuti


Cicerone, In Caecilum, XIV

Egli non riuscir? mai a sopraffarmi con piani astuti, non mi sconvolger? mai con qualche abile stratagemma, non tenter? mai di abbattermi o indebolirmi con il suo ingegno. Conosco l'uomo, tutti i suoi sistemi di attacco e le risorse della sua eloquenza: ci siamo trovati spesso insieme nei processi, sia dalla stessa parte sia come avversari. Per quanto ingegno egli abbia, non parler? mai contro di me senza pensare che anche il suo ingegno viene sottoposto a un giudizio. 45 Quanto a te, Cecilio, gi? mi par di vedere come ti raggirer?, quanto ti far? sbattere qua e l?, quante volte ti offrir? la facolt? di scegliere liberamente fra due alternative, se una cosa ? accaduta o no, se ? vera o falsa: qualunque risposta tu dia, si rivolter? contro di te. O d?i immortali, quale agitazione, quale smarrimento, quale confusione per te, uomo nient'affatto malizioso! Che farai, quando comincer? a smembrare la tua accusa e fissare le parti della causa a una a una contandole sulle dita? Che farai, quando comincer? a colpire, scardinare, dissolvere ciascun argomento? Certo comincerai tu a temere di aver messo in pericolo un innocente.
46 E quando comincer? a suscitare compassione, a lagnarsi per l'imputato, ad alleggerirne l'odiosit? e scaricarla su di te, a ricordare il vincolo esistente fra questore e pretore, la consuetudine degli antenati, il carattere religioso del sorteggio, sarai in grado di affrontare 1'odiosit? che ti causer? il suo discorso? Sta' solo attento, pensaci e ripensaci. Infatti ci sar? il rischio, a me sembra, che egli non solo ti travolga con le sue parole, ma con il gesto stesso e il movimento del corpo blocchi l'acume del tuo ingegno e ti distolga da quanto hai stabilito e pensato. 47 E vedo che di ci? si avr? subito la verifica. Se infatti oggi riuscirai a rispondermi in merito a quanto dico e a discostarti di una sola parola da codesto libro compilato da orazioni altrui, che non so quale maestro di scuola ti ha dato, riterr? possibile che tu non sia da meno anche di fronte a lui e sia all'altezza della causa e del tuo compito; ma se in questo dibattito preliminare risulterai una nullit?, quale dobbiamo pensare che sarai nella battaglia vera e propria con un avversario fortissimo?

Trad. L. Fiocchi

saluti
  velleio e cicerone
      Re: velleio e cicerone
 

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