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Mittente:
bukowski
musa pedestre e generi letterari   stampa
Data:
19/10/2003 18.52.09




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La ?musa pedestre? [cfr. Orazio, Satire, II, 6, 17] ?, come dire, la Musa dei ?generi minori?; ?pedestris?, in particolare, ? qui termine del lessico retorico-letterario: indica lo stile pi? basso, quello pi? vicino al livello di prosa.
Si contrappone alla ?musa alata? ch?? quella dell?epica, il genere ritenuto pi? alto [cfr. Porcio Licino in Gellio, Notti attiche, XVII, 21: Poenico bello secundo Musa pinnato gradu / intulit se bellicosam in Romuli gentem feram].



Riguardo ai generi, t?invio un?introduzione tratta galla ?Garzantina? di letteratura [alla voce ?generi letterari?]:

Il concetto di g.l. cominci? a formarsi tra i greci verso la fine del sec. V a.C., allorch? si accrebbe il culto dei capolavori del passato e da essi si vollero ricavare schemi utili ai nuovi scrittori. La prima classificazione di cui si abbia notizia risale a Platone, il quale distingueva, quanto al contenuto, il g. serio (epopea, tragedia) e il g. faceto (commedia, poesia giambica); quanto ai modi della rappresentazione, il g. mimetico o drammatico (tragedia, commedia), quello espositivo o narrativo (proprio di quelle forme, come il ditirambo e il nomo, che i greci indicavano come ?liriche?) e quello misto (epopea). A tale ordinamento era connessa anche una gerarchia di valori, fondata sul concetto di arte come ?mimesi? e sul grado di passionalit? che un'opera pu? suscitare nel lettore o spettatore; in questa prospettiva risultavano al primo posto gli inni in onore degli d?i e degli eroi, al secondo i poemi epici, al terzo il dramma che, proprio perch? dotato di una forte carica emozionale, veniva condannato come corruttore di animi e di costumi.

Ma sullo sviluppo della teoria dei g. un influsso incomparabilmente superiore esercit? Aristotele che, nella ?Poetica?, tracci? una bipartizione della letteratura in drammatica e narrativa e, rovesciando lo schema platonico, indic? nella prima la forma pi? perfetta di poesia, in quanto capace di sublimare re passioni attraverso la catarsi.
Della tragedia il filosofo fiss? poi alcuni caratteri salienti (argomento di tono elevato e morale, successione delle parti, unit? d'azione ecc.), senza parlare mai, per?, di g. o di ?regole?.
Furono invece i peripatetici, e pi? tardi i filologi alessandrini, a desumere (dalle indicazioni aristoteliche l'idea di g. e di ?norma?, vietando fra l'altro la mescolanza di forme poetiche diverse e assegnando a ciascuna di esse determinati contenuti e usi linguistici, metrici, stilistici. Si giunse cos? a quella codificazione degli istituti letterari che dal mondo ellenistico pass? al mondo romano (attraverso opere come l' Ars poetica di Orazio e la Institutio oratoria di Quintiliano), divenendo materia d'insegnamento nelle scuole.

Anche nel medioevo si mantenne viva la dottrina dei g., ma in quest'epoca si verificarono notevoli spostamenti rispetto alla sistemazione aristotelica, sia perch? era andato smarrito il testo della Poetica, sia perch? erano fioriti nuovi componimenti (la canzone di gesta, la sacra rappresentazione, la visione) che sfuggivano alla normativa classica. Il testo base divenne allora la ?Rhetorica ad Herennium?, allora ritenuta ciceroniana, dalla quale si ricavarono tre g. o stili: la tragedia, opera con finale tragico e in linguaggio sublime; la comedia, opera a lieto fine scritta in una lingua dimessa; l'elegia, opera d'ispirazione sentimentale e dolorosa.
  musa pedestre e generi letterari
 

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