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bukowski
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Re: versione da Seneca
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Data:
18/12/2003 0.10.14
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Seneca, Lettere a Lucilio, 91 passim
1 Ora il nostro Liberale ? triste: ha saputo dell'incendio che ha distrutto la colonia di Lione; ? una disgrazia che commuoverebbe chiunque, a maggior ragione un uomo molto amante della sua patria. In questa circostanza ha fatto invano appello alla sua fermezza d'animo: evidentemente l'aveva esercitata per le disgrazie che riteneva possibili. In realt? non mi stupisco che non avesse temuto una calamit? cos? imprevedibile e quasi inaudita, poich? non aveva precedenti: incendi hanno devastato molte citt?, ma non ne hanno mai cancellata nessuna. Anche quando il fuoco alle case lo appiccano i nemici, molti focolai si spengono e, sebbene venga ripetutamente attizzato, ? raro che divori tutto e non lasci niente alle armi. Anche il terremoto fu di rado cos? grave e disastroso da annientare citt? intere. E poi non divamp? mai in nessun luogo un incendio tanto rovinoso che non rimanesse niente per un altro incendio. 2 ? bastata una sola notte ad abbattere tante stupende costruzioni, ognuna delle quali avrebbe potuto dare lustro a una citt?, e in un periodo di pace cos? completa ? accaduto quanto non si potrebbe temere neanche in guerra.
Fonte: www.bibliomania.it
salutoni
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