Data:
13/01/2004 17.01.53
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Cicerone, Post reditum in senatu oratio, 34
[14, 34] Non ho voluto, proprio io che da console ho difeso la sicurezza dello Stato senza fare ricorso alla spada, difendere, da privato cittadino, la mia con le armi, e ho preferito che i bravi cittadini piangessero la mia sorte piuttosto che disperare della propria: ch? perire solo io sarebbe stato, a mio giudizio, disonorevole per me, ma morire con molti altri funesto per lo Stato; al pensiero, d'altra parte, di un destino di dolore senza fine, mi sarei da me stesso condannato a morte piuttosto che a una perenne angoscia. Ma, vedendo che la mia lontananza da questa citt? non sarebbe stata pi? lunga di quella dello stesso Stato, io non ho creduto di dover rimanervi quando esso ne era stato bandito, ed esso d'altra parte, appena richiamato, mi ha ricondotto insieme con s?. E con la mia lontananza quella delle leggi, dei tribunali, dei diritti dei magistrati, dell'autorit? del senato, della libert?, perfino dell'abbondanza delle messi, insomma di tutto ci? che v'? di sacro e di venerato presso gli uomini e presso gli d?i! E di tutti questi beni se perenne fosse la lontananza, io piangerei la vostra sorte piuttosto che rimpiangere la mia; comprendevo invece che, se un giorno fossero ritornati, il loro ritorno non doveva essere disgiunto dal mio.
Trad. G. Bellardi
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