Talvolta identificato con il dio Quirino, figlio di Marte e di Rea Silvia, fratello gemello di remo, Romolo fu il leggendario fondatore di Roma, ove regnò dal 753 al 717/16 a.C. Per popolare la neonata città, promise asilo a quanti avessero voluto rifugiarvisi (banditi, debitori, avventurieri...); ma poichè non era facile trovare delle donne disposte a vivere con costoro, bandì feste solenni invitando tutti i popoli vicini. Mentre questi, specialmente i Sabini, erano occupati dagli spettacoli, i giovani romani rapirono a forza le donne. Questo fatto (definito "ratto delle Sabine") provocò un'aspra guerra tra i due popoli. I Sabini, guidati dal re Tito Tazio, erano quasi vicini alla vittoria quando ai combattimenti si interposero le Sabine stesse, ormai innamorate dei propri mariti romani. La pace sfociò nell'unificazione dei due popoli sotto un regno guidato da Romolo e Tito Tazio. Dopo qualche anno quest'ultimo morì. Romolo diede ai Romani le principali istituzioni sociali e politiche: la partizione del popolo in patrizi e plebei, la divisione dei poteri tra il Re, il Senato e i "comitia curiata". A lui spettano anche l'istituzione del Giove Statore, dei collegi degli auguri e dei fratelli Arvali, delle feste consualie e lupercalie e la creazione del diritto sacrale. Romolo scomparve improvvisamente durante un temporale, mentre passava in rassegna l'esercito.