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Historia

--- La storia di Roma e della Provincia Italia ---

 



 
 

L'Età dei Severi (193-235).

 

Publio Elio PERTINACE (193).

Già generale in Oriente, Rezia, Norico, Germania e Britannia, anziano senatore e prefetto urbano. Dopo l'assassino di Commodo è acclamato imperatore dai pretoriani.
Vuole ripristinare la disciplina nell'esercito ed 87 giorni dopo l'elezione è ucciso dagli stessi pretoriani (28 III 193) che, per la prima volta, mettono all'asta il titolo imperiale.
Il trono è rivendicato dai seguenti pretendenti (che con Pertinace danno il nome al "Periodo dei Cinque Imperatori"):

DIDIO GIULIANO (193).
Ex generale, ricco senatore milanese, vince l'asta e diviene imperatore, ma 66 giorni dopo è ucciso dai pretoriani per non aver pagato i soldi promessi (VI 193).

Decimo Claudio Settimo ALBINO, legato di Britannia.
Appoggiato dalle legioni VI Victrix e XX Valeria Victrix (britanniche).

C. Pescennio NIGRO, legato di Siria.
Appoggiato dalle legioni III Gallica, IV Scytica, X Fretensis e XV Apollinaris (orentali).

L. SETTIMIO SEVERO, legato di Pannonia Superiore.
Appoggiato dalle legioni I Adiutrix, I Minervia, I Italica, II Italica (riceve l'epiteto Fidelis), XIV Gemina, XXX Ulpia (danubiane), III Italica, VIII Augusta, XXII Primigenia (renane), VII Gemina, III Augusta (rispettivamente spagnola ed africana, ricevono entrambe l'epiteto Pia Vindex) e VI Ferrata (orientale, riceve l'epiteto Fidelis Costans).


L. SETTIMIO SEVERO (193-211).

Nato a Leptis Magna (odierna Homs, in Tripolitania). L'età dei Severi è anche detta "degli Imperatori Africani e Siriani".
E' proclamato Imperatore a Carnuntum dalle legioni pannoniche ed entra a Roma (VI 193).
Effettua le seguenti riforme in campo militare:

Sostituisce i pretoriani con truppe proprie, in maggioranza illiriche e quattro volte più numerose (10 coorti di 1.000 pretoriani ognuna) e li trasferisce dai Castra Pretoria di Tiberio ad Albano.

Triplica gli effettivi delle coorti urbane (6.000 uomini in tutto).

Raddoppia gli effettivi delle coorti di vigili (7.000 uomini in tutto).

In quest'epoca l'esercito ammonta a 40 legioni, adotta pila più corti e pesanti, la spatha degli auxilia al posto del gladius e scudi piatti al posto di quelli cilindrici.
Settimio Severo auto-proclama la propria adozione da parte del defunto Marco Aurelio (195), governa con pugno di ferro, fa controllare dal governo l'economia e combatte le seguenti guerre:

Contro Pescennio Nigro (193-194).
Settimio Severo si accorda con Albino mentre Nigro trova l'alleanza del re dei re Vologese IV e degli Arabi.
Settimio Severo invade l'oriente, riporta quattro vittorie sull'avversario (Cizico, Nicea) e lo sconfigge definitivamente a Isso, in Cilicia (autunno 194). Nigro tenta di fuggire dai Parti ma presso l'Eufrate è ucciso dai suoi soldati. La provincia di Siria è divisa in due : Celesiria e Siria Fenice.

Contro i Parti (195-196).
L'imperatore invade l'impero partico di Vologese IV per l'aiuto concesso a Nigro con le legioni I, II e III Parthicae (create appositamente con ufficiali provenienti dall'esercito e non senatoriali), vexillationes delle legioni I Italica, XIII Gemina (danubiane), XXII Primigenia (renana) e III Augusta (africana) e numerosi auxilia.
I Romani giungono ad Adiabene, occupano l'Osroene e la Mesopotamia che tornano provincie romane. Settimio Severo fonda una colonia militare a Nisibi, riceve il titolo di "Parthicus".

Contro Claudio Albino (196-197).
Mentre Settimio Severo è in oriente il senato lo dichiara nemico pubblico ed appoggia Albino.
Severo torna dall'oriente e nella gigantesca battaglia a Trivurzio, presso Lugdunum (18 II 197, odierna Lione), sconfigge Albino che si suicida.
Il vincitore divide la Britannia in due province, fa giustiziare 29 senatori ed acquartiera la legione II Parthica ai Castra Albana (è la prima legione acquartierata in Italia) assieme a 1-2.000 equites singolares (riserva autonoma di cavalleria creata da Traiano), trasferiti dal Laterano ai nova castra severiana.
Concede notevoli privilegi ai militari e gli è attribuita la frase "Date denaro ai soldati, infischiatevi di tutto il resto!":

Sono introdotti nell'amministrazione (mancandogli l'appoggio del Senato).

Possono convivere con le loro donne, fuori il campo.

Gli ufficiali possono riunirsi in circoli (che assumono connotati politici).

I veterani sono esentati da obblighi civili.

I centurioni sono inseriti nell'ordine equestre.

Il prefetto del pretorio ottiene poteri sulle magistrature civili.

Seconda guerra contro i Parti (197-199).
I Parti approfittano della guerra civile per invadere l'Armenia, la Mesopotamia e la Siria, sconfiggendo le legioni I e III Particae rimaste di presidio.
Settimio Severo respinge gli invasori, conquista e saccheggia Ctesifonte (28 I 198), riduce nuovamente la Mesopotamia a provincia romana con confine al Tigri e fonda Resaina. La vittoria è celebrata con l'edificazione di un arco trionfale nel foro Boario (203, esistente).

Contro i Calèdoni (208-211).
L'imperatore, con i suoi figli Geta e Marco Aurelio Antonino, le legioni XX Valeria Victix (britannica) e vexillationes della X Fretensis (orientale) dopo una dura campagna riporta il confine al Vallo di Adriano (Muro di Severo) effettua l'ultimo tentativo romano di occupare la parte pianeggiate della Scozia e muore per le fatiche a Eboracum (4 II 211, odierna York).

A Roma la corporazione degli argentari dedica all'imperatore ed alla sua famiglia un arco, detto "Arco degli Argentari", che in realtà ha l'architrave orizzontale (conservato). Settimo Severo erige il palazzo severiano (l'ultimo edificio imperiale, in gran parte distrutto da Sisto V) ed uno stadio privato (si conservano le rovine, compresi i camerini riscaldati).


continua...


 



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