Eccoci qui giunti all'arma fondamentale del Legionario: il
suo scudo, lo scutum. In linea di massima la forma
dello scudo romano non cambiò di molto nel corso della sua
storia, ciò che invece variò furono i materiali con cui era
costruito. I primi scudi latini furono quelli rotondi, copiati
da quelli Etruschi (equindi Greci); successivamente, quando
i Romani venirono a contatto con i Galli, scoprirono quelli
ovali di dimensioni maggiori. Questi vennero utilizzati sino
alla riforma di Mario, in cui vennero confermati quelli rettangolari,
ricurvi, che accompagneranno Roma sino al termine della sua
storia. La cavalleria, invece, continuò ad utilizzare quelli
ovali. Negli anni del tardo Impero vi fu la ripresa del vecchio
scudo rotondo, più adatto alle nuove reclute barbare, molto
più portati a tecniche individuali che a studiate manovre
collettive. Possiamo affermare, quindi, che i disegni base
degli scutum erano tre: rotondi, ovali, rettangolari ricurvi.
Questi ultimi erano costruiti con degli strati di legno, rinforzati
al centro da un'armatura di metallo. La loro altezza era pari
a quella di un uomo sino alle spalle, per permettere di marciare
e di tenere il capo al di sopra di esso per vedere. Dato che
sappiamo che l'altezza minima richiesta per fare parte dell'esercito
era di 165 cm (5 piedi e mezzo romani) possiamo dire con buona
precisione che la loro lunghezza doveva essere di 150 cm.
Come spiegato prima, lo scutum era l'arma principale che permetteva
di spingere il nemico per attaccare al di sotto. I materiali
non erano scelti a caso: così come la lorica segmentata permetteva
di assorbire gli urti deformandosi come una moderna automobile,
così anche lo scutum era costruito con materiali non rigidi
ma abbastanza resistenti da sopportare l'urto delle orde nemiche.
Qui di seguito vi sono i disegni di alcuni scudi raffigurati
sulla Colonna Traiana a Roma: i primi due sono della Cavalleria,
il terzo ed il quarto della Fanteria ausiliaria e tutti gli
altri, quelli rettangolari, delle Legioni.
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