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bukowski
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Data:
11/02/2003 19.35.42
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Purtroppo sulla rete non c'? una pagina che raccolga la nascita e l'evoluzione del genere satirico a Roma. Ciononostante, non ti sar? difficile ovviare. Innanzitutto ti riporto un breve, ma utile, profilo evolutivo, tratto dalla "garzantina" di letteratura. Quindi, ti consiglio di integrare (ma senza esagerare) gli autori citati nel profilo con quanto troverai nei link di letteratura di progettovidio.it, ricordandoti che una discreta introduzione alla definizione ed alla problematica del genere satirico ? comunque presente nella mia pagina sul teatro http://www.progettovidio.it/ilteatror...
Ecco il profilo della garzantina:
"La s. romana [?] per origine e sviluppo si deve considerare largamente originale. Sorta nell'ambito cultuale-agricolo delle feste per il raccolto, la s. (forse da satura lanx, il piatto zeppo di primizie che si offriva alle divinit? rurali, in particolare a Cerere) si espresse dapprima in mordaci scambi di frizzi tra i campagnoli, poi in pi? organiche rappresentazioni sceniche, gai "contrasti" a base di canti e musica. Alcuni elementi strutturali di questa s. drammatica e preletteraria, a noi scarsamente nota, appaiono riconoscibili nel successivo sviluppo poetico del genere: la cadenza dialogica che anima molte s., il carattere di disinvolta improvvisazione, di colloquiale incoerenza compositiva che perfino i pi? elaborati e lucidi semones oraziani amano conservare, e infine la libert? stilistica che consente agli autori di s. di affastellare forme metriche e livelli espressivi diversi, di disgregare l'uniformit? dell'eIoquio letterario con l'impiego di parole gergali, popolari o straniere. In tal senso ? significativa l'affinit? tra l'impasto linguistico di Lucilio e quello della oommedia plautina. I primi autori di s. letterarie furono Nevio ed Ennio; inventore del genere ? per? considerato Lucilio, che nei suoi 30 libri di s. impieg? una grande variet? di metri, ma soprattutto l'esametro, verso principe della satira: il suo tema dominante ? l'appassionata meditazione etico-autobiografica. Varrone introdusse la s. menippea, genere modellato sulle opere del polemista di Gadara e inteso soprattutto a criticare i costumi contemporanei. Allo spirito e alle forme delle menippee si possono ricondurre l'Apolokyntosis di Seneca, impietosa caricatura del defunto imperatore Claudio, e il salace affresco del Satyricon di Petronio. Al filone luciliano si ricollegano invoce i sermones di Orazio, l'esempio letterariamente pi? raffinato di s. latina, con i due nuclei principali della pacata riflessione sui comportamenti umani e della polemica letteraria, sempre misurata e lucida. Da questo polo si dipana la poesia di Persio, duramente polemico, nella prima delle sue sei s., contro il malcostume di comporre e recitare versi per il puro gusto di un applauso effimero. Con Giovenale, la s. riprende la funzione di denuncia dei pubblici vizi, e per meglio assolvere al suo compito si compiace di toni patetici e declamatori, di una tensione sti1istica, spesso artificiosa, tra il tragico e l'epico, ormai lontana dalla sommessa, ma penetrante colloquialit? della s. oraziana."
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